Roma - «A Roma occorre fare una rivoluzione e per questo ci vuole un rivoluzionario. Bertolaso è l'opportunità più grande per Roma dal Dopoguerra a oggi. Lui è un numero uno, il nostro Rudy Giuliani, l'unico che può tradurre in pratica la dottrina della Tolleranza Zero, la differenza tra lui e i suoi avversari è abissale».Aveva promesso che sarebbe venuto a Roma per sostenere il suo candidato sindaco. L'impegno è stato rispettato. Silvio Berlusconi di prima mattina interviene a Radio Cusano Campus, poi si reca in visita al comitato elettorale di Bertolaso, infine in serata presiede una riunione con tutti i dirigenti azzurri di Roma e del Lazio. Una risposta forte al festival di voci veicolate dai vari candidati su possibili ripensamenti.ùIl ticket Bertolaso-Meloni? «È un'ipotesi che non abbiamo mai considerato». Piuttosto il Cavaliere non esclude che tra qualche settimana possa esserci una convergenza di altri su Bertolaso (mentre dal fronte leghista filtra l'intenzione di tentare un'ultima ambasciata dopo Pasqua per riunire il centrodestra sotto le insegne di Giorgia Meloni) perché come dice Antonio Tajani «se vogliono unirsi a noi sono i benvenuti». Nessuno spiraglio neppure per eventuali primarie del centrodestra: «Siamo oltre il tempo massimo», chiude la porta Bertolaso.Berlusconi - che indossa gli occhiali da sole a causa dell'operazione agli occhi subita la scorsa settimana, («mi hanno rassicurato che continuerò a vedere, anche se non c'è molta bella roba da vedere...») - ostenta sicurezza e fiducia nel suo candidato. «I dati su Meloni e Marchini sono chiari: nessuno dei due può sperare minimamente di andare al ballottaggio. Per Bertolaso mi aspetto un voto plebiscitario». E quando l'intervistatore gli chiede se si senta pugnalato dalla Meloni e da Salvini, si concede una battuta: «No, e poi io ho la corazza in kevlar come quella di Batman...». «Ma così, questo centrodestra serve solo a favorire il M5S e il Pd. Da non crederci», sottolinea il leader azzurro negando qualsiasi similitudine con gli addii di Alfano e Verdini. «Non ho rancori ma penso che chi è stato eletto con una parte politica non possa tradire gli elettori: oggi il governo sta in piedi contro la volontà popolare».C'è spazio per un giudizio sull'inconsistenza del governo Renzi in questo difficile momento internazionale: «In politica estera non tocca palla». Per un pensiero sulla nuova condizione «extraparlamentare»: «La politica non mi manca, mi sento più amato dalla gente di qualche anno fa». E per una fotografia del momento politico: «L'alternativa è tra un autocrate e un movimento giustizialista come M5S». Infine uno sguardo alle prossime Politiche con un obiettivo politico: quello di una «grande casa dei moderati» con chi ci sta, il cui nocciolo duro sia formato dalla cosiddetta Italia del non voto. Un progetto per il quale è necessario il suo ruolo di «federatore» e di «ispiratore di un grande partito di centro».
Infine in Commissione Antimafia Sel e grillini si preparano a sollevare polemiche sulle candidatura Bertolaso, alla luce del suo rinvio a giudizio, ma quella votata dall'Antimafia è solo un'autoregolamentazione che si sono dati i partiti che vi hanno aderito. E dallo stesso Pd si fa presente che la commissione non ha gli strumenti per operare, mentre la vera legge di riferimento è e resta la Severino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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