Una società schiacciata dai debiti che, però, continua a distribuire incarichi. È la fotografia dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica di Roma (Ater), scattata a cinque anni di distanza dall’inizio del suo commissariamento. In attesa di quella legge di riforma che dovrebbe traghettare le sette Ater della Regione verso un accorpamento. Ma la redutio promessa tarda ad arrivare e, nel frattempo, i debiti della società pubblica s’ingrossano assieme ad incarichi e stipendi dirigenziali.
Una situazione critica che ricorda “la scena del Titanic, quando i turisti ballavano mentre la nave stava per affondare”. Così, dagli scranni dell’opposizione, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Fabrizio Santori commenta le scelte gestionali dei manager Ater che “continuano ad attribuire incarichi, ad assumere dirigenti e a ridisegnare la pianta organica, prevedendo ulteriori, ingenti spese”.
Le preoccupazioni per il destino della società romana che dovrebbe garantire un settore nevralgico e complesso come quello dell’edilizia popolare sono però trasversali. Anche la Cisl aziendale, lo scorso 18 luglio, si è vista costretta “suo malgrado” a “stigmatizzare pubblicamente” la “dubbia trasparenza e legittimità di alcune delle più salienti iniziative intraprese dai vertici dell’Ater”.
E Nicola Zingaretti cosa fa? Dopo aver inaugurato, nel 2015, “un nuovo capitolo” nominando alla guida dell’Ater di Roma l’attuale commissario straordinario Giovanni Tamburrino, adesso dovrà rispondere dello sfacelo della partecipata. A pungolare il presidente dem ci sono già un’interrogazione scritta presentata da Fabrizio Santori ed una missiva delle rappresentanze della Cisl Fp.
Tra gli scheletri nell’armadio dell’attuale gestione Ater di Roma ci sarebbe quell’incarico di Responsabile aziendale per l’Anticorruzione e la Trasparenza assegnato a giugno scorso ad un dirigente fresco di assunzione ma già condannato, come ricostruito da Il Tempo, per danno erariale. Eppure l’avviso di mobilità interaziendale stabiliva espressamente che, nella compilazione della domanda, gli aspiranti dirigenti avrebbero dovuto indicare di non avere proprio quel tipo di contenzioso in corso.
In queste ore cresce anche la paura che “il tentativo di rottamare le cartelle Equitalia possa naufragare”. Perché, ci spiega il segretario della Cisl Fp Roma Capitale Rieti Giancarlo Cosentino, “da un lato c’è l’incapacità di alienare gli immobili e dall’altra anche la difficoltà di individuare un fondo di investimento a cui conferire quote del patrimonio aziendale”.
Insomma le due strade individuate per salvare in extremis l’Ater, al momento, sembrano precluse dalla mancanza “delle risorse fresche necessarie per onorare la prima tranche della rottamazione” che scade a fine mese.Che ne sarà allora della busta paga degli oltre 400 dipendenti? E dell’housing sociale della Capitale? Domande a cui il presidente della Regione Lazio adesso non può più sottrarsi.
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