Partono sapendo già che viaggeranno attraverso l'inferno. Non ci sono sorprese o colpi di scena. Purtroppo per queste donne la consapevolezza è la condanna del loro destino. Sanno che durante il viaggio verranno violentate, che subiranno le peggiori angherie. Addirittura, sono così rassegnate a questa atroce condanna che «iniziano le cure anticoncezionali prima di intraprendere il viaggio». Una vera e propria tratta degli schiavi, il comandante della missione Eunavfor Med - Operazione Sophia, Enrico Credendino, nel corso di un'audizione in commissione Migranti alla Camera, racconta dati e numeri. E fanno impressione. «Quando sbarcano in Italia portano sul corpo i segni degli abusi, spesso hanno i segni dei mozziconi di sigarette spente sulle braccia - racconta Rozera dell'Unicef».
Inferno Libia, da lì arrivano i carichi di uomini, scafisti senza scrupoli a sfruttare a qualunque prezzo. Solo ieri ne sono stati salvati 1.350 in 12 operazioni nel Mediterraneo. Uno di loro non ce l'ha fatta, l'anno scorso sono morte oltre 5mila persone, e quest'anno siamo già a 600. La maggior parte di questi muoiono o nelle vicinanze delle acque territoriali libiche o dentro le acque territoriali libiche, «perché noi e le altre forze militari siamo troppo lontani per poter intervenire in tempo. Prima del 4 aprile 2016 il 90% dei migranti - ha spiegato Credendino - prendeva la rotta balcanica, che è una rotta terrestre». Oggi il centro dell'emergenza parte dalla terra che un tempo veniva gestita da Gheddafi. Oggi lì manca tutto, manca un referente prima di tutto. «Con l'Accordo Ue-Turchia la rotta balcanica di fatto si è quasi chiusa, per cui abbiamo nel 2016 circa il 90% dei migranti che provengono da Sud verso l'Europa attraverso l'Italia, e un residuo 10% di migranti che ancora prende la rotta balcanica. La maggior parte dei migranti provenienti da Sud arriva dalla Libia, con minime percentuali dal altri Paesi». E la situazione è tale per cui «non si può consegnare nessuno ai libici, nemmeno gli scafisti», ammette il comandante. «Ad oggi noi abbiamo arrestato e consegnato alla giustizia italiana 109 sospetti scafisti, abbiamo neutralizzato 414 imbarcazioni utilizzate dagli scafisti, e abbiamo soccorso oltre 34mila migranti». Strategie, prima degli accordi politici che oggi non sono realizzabili. «Oggi gli scafisti non sono più in grado di uscire dalle acque territoriali libiche, sanno che siamo lì, sanno che verranno catturati se escono quindi rimangono dentro, e stanno perdendo le imbarcazioni e i motori». Un'emergenza migranti che non vede soluzioni facili. «Quindi al momento siamo costretti e bloccati in acque internazionali». Il comandante racconta anche chi arriva, le nazionalità dei migranti che provengono da Sud, essenzialmente dell'Africa subsahariana, non stanno più arrivando migranti dal Sudan e sono molto diminuiti i migranti che provengono dall'Eritrea.
Ci sono donne, ma anche tanti bambini «l'anno scorso abbiamo avuto un 14% di minori non accompagnati che sono giunti in Italia. Nei primi tre mesi di quest'anno siamo al 3% del totale, vediamo che succederà quest'anno».
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