
La scadenza del 9 luglio per i dazi? Potrebbe essere "estesa o accorciata" però "mi piacerebbe accorciarla, mi piacerebbe mandare lettere a tutti e dire, congratulazioni, pagherete il 25%", ha detto ieri in una conferenza stampa Donald Trump. Il messaggio è chiaro: sono io che ho in mano il pallone e che decido come e quando finirà la partita. Parole che arrivano mentre sullo sfondo c'è stato un nuovo colloquio tra il commissario Ue per il Commercio, Maros Sefcovic, e il caponegoziatore americano Jamieson Greer. E mentre il segretario Usa al Tesoro, svela un dettaglio in più sulla tempistica del negoziato: l'amministrazione statunitense punta a chiudere tutti gli accordi commerciali entro il "Labor Day", ovvero il primo settembre, ha dichiarato Scott Bessent, in un'intervista a Fox Business, segnalando che alcuni negoziati si estenderanno oltre la scadenza del 9 luglio, data in cui termina la sospensione dei dazi "reciproci" annunciata da Trump.
Che intanto, però, interrompe le trattative commerciali con il Canada: "Nei prossimi sette giorni faremo sapere" a Ottawa "quanto dovrà pagare per fare affari con gli Stati Uniti", ha detto ieri. Il presidente lega la sua decisione all'imposizione da parte del Canada di una tassa sui servizi digitali sulle aziende americane, che è "un diretto e chiaro attacco al nostro Paese. Stanno copiando l'Unione Europea. Sulla base di questa tassa esorbitante, con la presente interrompiamo con effetto immediato tutte le discussioni sul commercio con il Canada", ha spiegato Trump.
Va, invece, avanti la de-escalation con la Cina. Gli Stati Uniti hanno formalizzato l'intesa con il Dragone su come accelerare le spedizioni di terre rare verso gli Usa. Durante i colloqui di maggio a Ginevra, Pechino si è impegnata a rimuovere le contromisure imposte agli Stati Uniti dopo le tariffe imposte dalla Casa Bianca il 2 aprile. Le terre rare sono state aggiunte alla sua lista dei controlli all'export. Secondo il segretario al Tesoro, l'accordo firmato consentirà un "flusso di magneti" e terre rare negli Usa. Washington eliminerà quindi una serie di misure restrittive mentre Pechino rivedrà e approverà i prodotti sottoposti a controlli sulle esportazioni. O almeno questi sono gli impegni presi sulla carta. "Si spera che gli Stati Uniti e la Cina si incontrino a metà strada", ha dichiarato un portavoce del ministero del Commercio di Pechino, confermando il raggiungimento di un accordo e auspicando "uno sviluppo sano, stabile e sostenibile delle relazioni economiche e commerciali tra Cina e Stati Uniti".
La prossima settimana il ministro degli Esteri cinese Wang Yi volerà a Bruxelles e, successivamente, in Germania e Francia. La sua missione servirà anche a definire i dettagli del summit Cina-Ue di Pechino, del 24-25 luglio, per celebrare i 50 anni delle relazioni diplomatiche.
Intanto, a Wall Street l'S&P500 ieri ha segnato un nuovo record a 6.184,37 punti e superato il massimo storico raggiunto in febbraio. Guidato dall'ottimismo su imminenti accordi commerciali e dalla tenuta del comparto tecnologico nonostante tensioni geopolitiche e segnali di inflazione, l'indice ha completato una sorprendente rimonta. Bene anche il Nasdaq Composite che si è attestato sopra i 20.306 punti, anch'esso un nuovo record.
Gli investitori restano convinti che la dinamica dei prezzi rimarrà sotto controllo, nonostante gli effetti residui dei dazi, e che la Fed procederà con i tagli ai tassi già nella seconda metà dell'anno. Positive anche le Borse europee: a Parigi ha guadagnato l'1,7%, a Francoforte è salita dell'1,6% mentre Londra ha segnato un +0,72 per cento. A Milano Piazza Affari ha terminato in rialzo dello 0,99 per cento.