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Ruby, assolto Silvio Berlusconi

Quattro anni di assalto giudiziario, politico e mediatico a Berlusconi si vanno a schiantare contro la sentenza d'appello: "Il fatto non sussiste"

Ruby, assolto Silvio Berlusconi

Non era vero niente. Niente sesso a pagamento con Ruby sapendo che era minorenne, niente minacce ai poliziotti milanesi perché liberassero la ragazza quando venne fermata. Quattro anni di assalto giudiziario, politico e mediatico a Silvio Berlusconi si vanno a schiantare oggi contro la sentenza che, dopo una breve camera di consiglio, assolve il Cavaliere da tutte le accuse, cancellando integralmente la condanna a sette anni di carcere che gli era stata inflitta in primo grado. Assolto "perché il fatto non sussiste" dalla prima accusa, e perché "il fatto non costituisce reato" dalla seconda.

Sono bastate tre ore ai giudice della Corte d'appello presieduta da Enrico Tranfa per accogliere in pieno le richieste presentate dai difensori del Cavaliere, Franco Coppi e Filippo Dinacci. La telefonata in questura con cui il 27 maggio 2010 l'allora presidente del Consiglio segnalò che la ragazza era forse parente del leader egiziano Mubarak e che poteva essere consegnata a Nicole Minetti non fu una concussione, e non portò i poliziotti né a subire minacce né a violare alcuna legge. Segnalazione, raccomandazione, invito a fare in fretta: bisognerà attendere le motivazioni per capire come i giudici d'appello etichetteranno quell'intervento del premier. Ma di sicuro, dicono, non venne commesso alcun reato.

E non venne commesso niente di illecito nei rapporti tra Berlusconi e Ruby. Per arrivare alla condanna del Cavaliere su questo punto, i giudici di primo grado avevano ritenuto provati tutti e tre gli elementi cruciali del resto di utilizzo della prostituzione minorile: che ci fossero stati rapporti sessuali anche non completi, ma comunque destinati a soddisfare la concupiscenza di Berlusconi; che fossero avvenuti a pagamento; e soprattutto che Berlusconi sapesse che all'epoca Ruby era minorenne. Di almeno uno di questi, i giudici d'appello hanno stabilito che non ci sono prove.

La formula dell'assoluzione, "perché il fatto non costituisce reato", fa pensare che i giudici abbiano ritenuto assolutamente indimostrato che Berlusconi fosse consapevole della vera età della ragazza. Qualcosa, per i giudici della corte d'appello, ad Arcore è avvenuto, ma si tratta di rapporti privati tra adulti (o almeno tali li riteneva l'imputato ) pienamente consenzienti.

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