Non era vero niente. Niente sesso a pagamento con Ruby sapendo che era minorenne, niente minacce ai poliziotti milanesi perché liberassero la ragazza quando venne fermata. Quattro anni di assalto giudiziario, politico e mediatico a Silvio Berlusconi si vanno a schiantare oggi contro la sentenza che, dopo una breve camera di consiglio, assolve il Cavaliere da tutte le accuse, cancellando integralmente la condanna a sette anni di carcere che gli era stata inflitta in primo grado. Assolto "perché il fatto non sussiste" dalla prima accusa, e perché "il fatto non costituisce reato" dalla seconda.
E non venne commesso niente di illecito nei rapporti tra Berlusconi e Ruby. Per arrivare alla condanna del Cavaliere su questo punto, i giudici di primo grado avevano ritenuto provati tutti e tre gli elementi cruciali del resto di utilizzo della prostituzione minorile: che ci fossero stati rapporti sessuali anche non completi, ma comunque destinati a soddisfare la concupiscenza di Berlusconi; che fossero avvenuti a pagamento; e soprattutto che Berlusconi sapesse che all'epoca Ruby era minorenne. Di almeno uno di questi, i giudici d'appello hanno stabilito che non ci sono prove.
La formula dell'assoluzione, "perché il fatto non costituisce reato", fa pensare che i giudici abbiano ritenuto assolutamente indimostrato che Berlusconi fosse consapevole della vera età della ragazza. Qualcosa, per i giudici della corte d'appello, ad Arcore è avvenuto, ma si tratta di rapporti privati tra adulti (o almeno tali li riteneva l'imputato ) pienamente consenzienti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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