Ruby ter, i pm di Milano tornano all'attacco del Cav

A un anno dall'assoluzione del Cav per il caso Ruby, i pm di Milano vogliono riportarlo sul banco degli imputati

Ruby ter, i pm di Milano tornano all'attacco del Cav

La Procura di Milano torna all'attacco di Silvio Berlusconi e a quasi un anno dalla assoluzione definitiva del Cavaliere per il caso Ruby punta a riportarlo sul banco degli imputati per l'ultima puntata di quella vicenda. I pm vogliono processare Berlusconi con l'accusa di avere comprato il silenzio di decine di testimoni del suo processo. I testimoni, va ricordato, non vennero creduti: eppure Berlusconi fu ugualmente assolto, non sulla base delle testimonianze che avrebbe comprato, ma semplicemente perché innocente. Ma il reato per la Procura milanese ci fu lo stesso: col silenzio delle Olgettine e degli altri ospiti delle sue feste il Cavaliere avrebbe cercato di coprire il lato erotico delle sue serate e di difendere una versione, quella delle "cene eleganti" a base di chiacchiere e canzoni, smentita dai due processi. Questa mattina il procuratore Edmondo Bruti Liberati ha convocato una conferenza stampa per annunciare la fine delle indagini. A Berlusconi e a trentatrè dei suoi coindagati viene notificato in queste ore il provvedimento che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, dando all'ex premier venti giorni di tempo per presentare documenti a sua discolpa o chiedere di farsi interrogare. É insomma, dopo mesi di bonaccia, un luglio giudiziario di fuoco quello che si prepara per il Cavaliere, atteso - oltre che dai guai milanesi - mercoledì prossimo dalla sentenza di Napoli per la presunta compravendita di senatori e costretto due giorni dopo a presentarsi accompagnato dai carabinieri a Bari al processo per la vicenda escort.

Nel provvedimento che i pm milanesi Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, coordinati dal procuratore aggiunto Piero Forno, stanno notificando in queste ore per la vicenda Ruby figurano sia le accuse di falsa testimonianza che, per una parte degli indagati, quella assai più grave di corruzione in atti giudiziari. I principali destinatari di questa accusa sono lo stesso Berlusconi e Kharima El Mahroug alias Ruby, che nel processo principale rivestiva il ruolo di vittima e che invece ora si ritrova destinata al banco degli imputati, accusata di avere mentito a lungo e ripetutamente in cambio di una quantità esorbitante di denaro, versatole da Berlusconi a più riprese. "Falsamente dichiarava che nel corso di dette serate ci si limitava a ballare sottacendo i comprovati accadimenti di natura sessuale", scrivono i pm. Nel conteggio dei pubblici ministeri si superano persino i quattro milioni di cui Ruby si vantava in una delle sue intercettazioni, arrivando alla mirabolante cifra di sette milioni tra versati e promessi. Cifre assai minori, ma comunque consistenti, vengono contestate alle altre giovani ospiti delle feste. Sono i versamenti che lo stesso Berlusconi ha ammesso e anche rivendicato, sostenendo che non si trattava di corruzione ma di aiuti umanitari a ragazze rovinate nell'immagine e nella carriera dal coinvolgimento dell'inchiesta. Gli aiuti si sono interrotti per iniziativa di Berlusconi, con una lettera alle ragazze finita agli atti dell'indagine; ma agli atti ci sono anche telefonate e messaggi con cui alcune delle Olgettine tornano alla carica, cercando di estorcere altro denaro al Cavaliere. A bussare con insistenza alla cassa di Berlusconi, con toni quasi aggressivi e minacciando, è anche l'ex fidanzato di Ruby, Luca Risso, anche lui nell'elenco degli indagati per cui i pm puntano al processo. Il totale complessivo sborsato dal Cavaliere nelle tesi dell'accusa si aggira intorno ai dieci milioni. Escono di scena, invece, i due legali storici di Silvio Berlusconi, ovvero Niccolò Ghedini e Piero Longo, che erano stati iscritti nel registro degli indagati, anche loro con l'accusa di corruzione giudiziaria, per avere partecipato a una riunione ad Arcore cui, all'indomani delle perquisizioni del febbraio 2011, erano state invitate numerose ospiti delle feste, e che secondo l'ipotesi iniziale doveva servire a istruite le ragazze.

Al termine delle indagini i pm si sono convinti della infondatezza dell'accusa e la posizione dei due legali è stata stralciata in vista di un richiesta di archiviazione. Processo in vista, invece, per l'avvocato Luca Giuliante, ex legale di Lele Mora, accusato dalla Procura di avere fatto da intermediario tra il Cavaliere e Ruby: nei giorni scorsi si era fatto interrogare ma evidentemente non è riuscito a convincere i pm della correttezza del proprio operato. Tra gli accusati di falsa testimonianza ci sono anche numerosi ospiti maschi delle feste di Arcore, tra cui il presidente di Medusa Carlo Rossella che aveva negato di avere assistito a scene piccanti durante le cene, come pure il cantante Mariano Apicella.

A processo i pm vogliono portare anche Giorgia Iafrate, commissario di polizia, che era di turno la notte in cui Ruby venne fermata e portata in questura, e che testimoniò di averla lasciata andare di propria iniziativa: una versione che appena pochi mesi fa la Cassazione ha ritenuto ampiamente verosimile. Stessa sorte per il funzionario dei servizi segreti Estorelli, capo della scorta di Berlusconi, la cui testimonianza su quella notte non è stata ritenuta sincera.

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