Anche la Chiesa sui migranti si divide. C’è chi la pensa come Papa Francesco, e chi come Matteo Salvini.
È il caso di don Salvatore Picca, parroco quarantunenne della parrocchia di San Martino Valle Caudina, un paese di cinquemila abitanti della provincia di Avellino dove di rifugiato in questi anni non ne è arrivato neanche uno. Don Salvatore, però, è diventato famoso lo stesso, nella sua città e oltre, dopo aver difeso l’attuale ministro dell’Interno contestando la copertina anti-Salvini di Famiglia Cristiana.
Oggi in un’intervista al quotidiano Libero ribadisce le sue simpatie per il leader leghista che, a suo parere, con la sua azione politica segue “la dottrina sociale della chiesa”. Lui è “l'unico politico che in questo momento segue davvero il Vangelo”, dice senza mezzi termini don Salvatore. Ben vengano, quindi, le politiche in favore del lavoro, della natalità e le iniziative contro l’aborto. E così finisce che anche il vicario parrocchiale, che viene dal Kenya, diventi “un fan sfegatato di Salvini”.
La parola d’ordine, quindi, anche per questo parroco dell’avellinese, è “aiutarli a casa loro”. “Non possiamo accogliere tutti” ma solo quelli che “davvero scappano dalle guerre”. Come un vero militante del Carroccio don Salvatore parla di legalità, difesa dei confini e business sulla pelle dei migranti. Ma difende anche il Papa.
Anche lui, dice nell’intervista, “pone dei limiti all' accoglienza”.Il governo giallo-verde, insomma, per don Picca dovrebbe “passare dalle parole ai fatti” il prima possibile, pena la perdita del consenso popolare. Compreso quello di San Martino Valle Caudina.
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