Quando il vento cambia e te lo ritrovi contro, non è facile mantenere diritta la barra, se sei abituato a lasciarti spingere dalle maree. È quel che accade a Giuseppe Sala e alla sinistra milanese, salpati con l'entusiasmo dell'Expo e adesso in una fase di rallentamento che assomiglia sempre più paurosamente alla retromarcia. Il nervosismo a bordo è il minimo, mentre il 5 giugno si avvicina come uno spettro sulle acque. E il candidato voluto da Matteo Renzi dà prova di essere turbato dai sondaggi che gli accreditano l'andatura di un gambero almeno come dall'ultimo colpo di scena: non solo Corrado Passera ha deciso di ritirarsi, ma ha voluto dire chiaramente che sta col centrodestra e nella sua prima domenica da alleato, l'ex ministro con moglie ha accompagnato il candidato del centrodestra, Stefano Parisi, e consorte a un appuntamento elettorale.
«Parisi può avere il vantaggio di avere con sé un signore danaroso» le parole stizzite con cui Sala ha salutato l'intesa. Frasi che stonano in bocca all'uomo che ha detto di aver dimenticato di dichiarare una casa a Pontresina, alienandosi qualche altra simpatia, oltre a quelle di coloro che non avevano apprezzato la sua sbandierata passione per Che Guevara. Una campagna nella quale non sono mancati sbagli.
Adesso la tensione è altissima, perché alle disavventure di Sala si sommano gli scandali che hanno colpito il governo Renzi, portando il consenso per il Pd a livelli lontanissimi da quelli che li facevano ben sperare a Milano. Il sondaggio nazionale pubblicato ieri da Repubblica fotografa un crollo dal picco del 45 all'attuale 30 per cento, con i cinque stelle a un'incollatura, e si abbatte su una situazione milanese che definire di spaccatura è eufemismo, con le insidiose candidature di Basilio Rizzo per la sinistra radicale e di Marco Cappato con i radicali. Allarmano anche i grillini che remano contro Sala.
Al contrario, la squadra di Parisi mostra un'unità persino sorprendente. Se si pensa a ciò che accade altrove, questo centrodestra largo che va dalla Lega di Matteo Salvini e Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni e del sempreverde Riccardo De Corato alla Forza Italia di Silvio Berlusconi, guidata dalla capolista Mariastella Gelmini, fino all'Area popolare di Maurizio Lupi e a Italia futura dell'ex montiano Corrado Passera, appare in grado di recuperare i pochi punti di distacco (appena due) da cui Parisi insegue Sala.
La tensione si respira nelle reazioni scomposte.
Se la contromossa al momento è una nuova lista di ispirazione centrista, nel Pd e nei comitati pro Sala fanno soprattutto a gara a chi attacca meglio l'intesa tra Passera e il «lepenista» Salvini. «Campagna acquisti», «giù la maschera», «estremisti». Alte grida nell'aria di burrasca.
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