Sala promuove l'islamica con la madre "estremista"

A Milano Mr. Expo conferma la musulmana Sumaya. Polemiche per le posizioni su Israele

Sala promuove l'islamica con la madre "estremista"

Ha verificato, Beppe Sala. Ha riflettuto sull'islam, ha parlato senz'altro con i suoi collaboratori ed è arrivato alla seguente conclusione: «Sumaya Abdel Qader è certamente una figura adatta». Promossa dunque. Nonostante le mille polemiche, le foto imbarazzanti e le posizioni controverse o maldestre che vengono attribuite all'area cui fa riferimento. La dirigente musulmana esce più forte di prima dall'ultimo caso, quello scoppiato martedì, quando il Giornale ha pubblicato on line le foto tratte dal profilo Facebook della madre: immagini (ormai eliminate ma non smentite) che inneggiano alla jihad o ad Hamas, alla «resistenza» palestinese insomma.

Sala dunque non ha niente da obiettare. Eppure nel vasto e vario mondo musulmano ambrosiano, altre figure su cui puntare non mancavano, anche vicine al centrosinistra. Il candidato sindaco va avanti così e promuove la candidata Pd, prospettando per lei un ruolo importante: «A Milano abbiamo 70-80 mila musulmani e dobbiamo trovare le figure più adatte per dialogare» ha detto. L'uomo di Matteo Renzi si affida dunque alla responsabile cultura del Caim e consigliera comunale in pectore (entrerà in Consiglio, con 1.016 preferenze, se domenica il centrosinistra vincerà il ballottaggio con Stefano Parisi). «Io - ha sottolineato Sala - mi devo fidare della buona fede di Sumaya e di quello che sta facendo».

Si «deve fidare» e per lei d'altra parte garantisce la sinistra del Pd. Al sesto posto della lista democratica, infatti, è stata piazzata e sostenuta dalla corrente che a Milano è guidata dall'assessore uscente Pierfrancesco Majorino, rivale di Sala alle primarie e poi capolista Pd con un ottimo risultato (oltre 7mila preferenze). Su questa scelta, e non solo, deve aver fatto un passo indietro l'anima renziana del partito, che pure ha conquistato la segreteria cittadina. Non ha avuto niente da ridire. Eppure non sono mancati i campanelli di allarme. Non solo e non tanto la battaglia del centrodestra (in prima fila i consiglieri comunali azzurri e leghisti, ma anche esponenti del centro come il popolare Matteo Forte). Sulla candidatura non sono mancate neanche le voci critiche interne al centrosinistra: supporter dichiarati (ma sempre meno convinti) di Sala, (ex) radicali, candidati e non. Spesso amici di Israele, tutti preoccupati non per la persona Sumaya, quanto per il mondo che con lei si legittima e si consacra, basti pensare alla difesa che il leader del Caim Davide Piccardo ha condotto di Tareq Suwaidan, imam respinto dall'Italia - ha deciso e spiegato il Viminale - per le sue predicazioni dai «contenuti radicali antioccidentali e antisemiti e per la sua nota vicinanza ai Fratelli Musulmani».

Ieri Sumaya è intervenuta. Ha spiegato che i post «datati» sono stati pubblicati «in occasione dei bombardamenti su Gaza che fecero più di 2000 morti».

Quanto alle sue idee, «sono per il superamento dei conflitti senza l'uso della violenza - ha scritto - per la convivenza pacifica tra i due popoli e per l'abbandono delle armi, dell'odio e della rabbia». «A chi tenta di collegarmi a questioni estere anziché su Milano», «a chi vuole attribuirmi posizioni radicali o etichettarmi come islam politico - ha aggiunto - dico: continuerò il mio impegno per costruire ponti».

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