Sala sugli immigrati africani: "Hanno zero istruzione e non ​hanno mai lavorato"

Suscitano sorpresa le parole del sindaco di Milano Giuseppe Sala in merito ai flussi migratori provenienti dal continente africano. In un intervista al quotidiano La Verità e in un suo post su Facebook il primo cittadino ha infatti dichiarato: "Chi sta arrivando negli ultimi anni ha spesso un livello di istruzione bassissimo e tanti non hanno alcuna professionalità lavorativa"

Sala sugli immigrati africani: "Hanno zero istruzione e non ​hanno mai lavorato"

Sembrano frasi uscite dalla bocca di un leghista duro e puro quelle pronunciate da Giuseppe Sala nel corso dell'intervista rilasciata quest'oggi a Mario Giordano per il quotidiano La Verità, ma sotto l'apparente patina da novello sovranista si cela in realtà un ben più tradizionale pragmatismo lombardo.

Parlando dei recenti fenomeni migratori che hanno interessato la città, il sindaco di Milano ha infatti posto l'accento sulla sostanziale differenza tra l'immigrazione proveniente dal continente africano e quella del resto del mondo, affermando: "In primis bisogna distinguere tra immigrazione degli africani e altri immigrati. In Italia gli immigrati sono il 9 per cento della popolazione, a Milano il 19 per cento. Però io sfido i milanesi dicendo - Quando arrivavano i filippini ti lamentavi? -. L'immigrazione africana porta persone che hanno un livello di istruzione pari a zero e che non hanno mai lavorato. Questa è la verità", contestualizzando in seguito l'intero fenomeno all'interno delle scelte effettuate dai precedenti governi nazionali di centrosinistra, a dire di Sala per nulla capaci nel gestire la situazione: "Penso che la sinistra abbia sbagliato tutto. Non siamo stati per niente chiari nell'affrontare il problema. Serve un piano nazionale".

Prese di posizione forti quelle del primo cittadino meneghino, che vengono ulteriormente ribadite qualche ora dopo in un post Facebook sul suo profilo ufficiale, dove traspaiono anche le differenti idee sull'accoglienza presenti all'interno della stessa giunta comunale: "Chi sta arrivando negli ultimi anni (e probabilmente sarà così anche in futuro) ha spesso un livello di istruzione bassissimo e tanti non hanno alcuna professionalità lavorativa. Il mio amico Majorino [Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali, alla Salute e ai Diritti] mi dice - Occhio, io lo so come la pensi, ma così rischi di gerarchizzare il tema dell’immigrazione per provenienza -. Capisco, ma in realtà io sto solo cercando di gerarchizzare per livelli di complessità".

Nei suoi interventi Sala esprime inoltre il suo parere sulle due figure che in questi ultimi anni più di ogni altro hanno catalizzato l'attenzione dell'opinione pubblica nei confronti delle tematiche dell'immigrazione e dell'accoglienza: lo scrittore Roberto Saviano e l'ormai ex sindaco di Riace Domenico "Mimmo" Lucano, dichiarando: "Una persona che stimo e con cui discuto come Roberto Saviano sostiene che si debba accogliere tutti i rifugiati politici e che su quelli 'economici' bisogna avviare un’azione politica con i Paesi di provenienza e cercare di governare i flussi, per andare incontro alla domanda di lavoro che, oggettivamente, c’è in Italia. Si tratta di una posizione teorica? Forse un po', ma ci leggo anche tanto buon senso e tanta voglia di trovare una via." - aggiungendo - "Perché la morale è questa. Sembra che tanti italiani si accontentino di slogan. Ma tanti altri no. Rimane il fatto che il fenomeno va governato e subito. Senza generalizzazioni, ma senza nemmeno farla facile. Ci sarà bisogno di percorsi di integrazione molto più strutturati e solidi rispetto a quanto fatto fino ad oggi. Per questo, come ripeto da tanto tempo, è necessario un piano nazionale. Che, diciamocelo, in questi anni è mancato".

Più prudente è invece la visione mostrata in merito alle azioni promosse dal politico calabrese: "Se fossi stato il sindaco di Riace forse avrei fatto la stessa cosa. Un sindaco quando si trova a gestire le cose è un po' abbandonato e ci mette la sua sensibilità personale. Tuttavia non sono certo uno che segue lo slogan 'Nessuno è un clandestino'".

Critiche alle parole di Sala arrivano però da parte di chi un tempo militava nella sua stessa area politica. L'italo-somala docente di antropologia dell'immigrazione Maryan Ismail, ex esponente del Pd milanese da cui è stata espulsa due anni fa per aver criticato l'approccio troppo politico del partito sulla questione moschee, ha infatti scritto su Facebook in risposta alle dichiarazioni del sindaco: "È il peggior razzismo paternalista mai espresso da un politico dopo la colonizzazione in Africa. Ho letto, poi riletto e infine riletto incredula le dichiarazioni del sindaco Sala, sono sicura che se fosse stato Salvini ad esprimersi così avrebbero tremato anche i muri di Milano. Mi chiedo perché si insiste nell'organizzare convegni, manifestazioni e magliette rosse per l'accoglienza se poi il primo cittadino esprime idee del genere. A che gli serve farsi fotografare con gli africani, se pensa questo di noi? Crede davvero di ottenere più voti con queste dichiarazioni? Dipingerci come ignoranti e fannulloni è il peggior pregiudizio mai espresso da un politico e amministratore italiano. Se così fosse la sinistra mostra il suo volto miserevole nei confronti di una comunità di residenti, in parte naturalizzata e che contribuisce alla ricchezza della più importante città metropolitana e cosmopolita italiana".

Il nocciolo della questione sembra quindi sempre quello: sponsorizzare quel "modello Milano" che già portò fortuna in passato a Giuseppe Sala nella sua corsa alle elezioni comunali e che oggi può essergli utile nell'aggirare l'ingombrante ostacolo di un Partito Democratico sempre più in cerca di se stesso.

Lo stesso Sala nel finale del post non esita infatti ad indicare in maniera allusiva come le colpe delle problematiche migratorie che affliggono la città siano da attribuire ad altri: "Per mia natura alle parole preferisco i fatti. Nel frattempo non cambierò di un millimetro la mia linea politica e accoglierò chi busserà alle porte di Milano. Ma Milano è a valle e il problema nasce più a monte".

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