Roma - Resiste Virginia Raggi. Nel giorno in cui il Movimento Cinque Stelle prova a ricompattarsi e a mostrarsi unito, la sindaca di Roma tiene duro e ci mette la faccia, con un video pubblicato su Facebook per spiegare il caso Muraro. Dice di avere le spalle larghe e di non avere paura. Non ci pensa neanche a scusarsi per aver taciuto il dettaglio che il suo assessore all'Ambiente era indagato da un pezzo, per non averne parlato neanche quando i giornalisti la incalzavano, giocando a posteriori sulla sottile e insignificante differenza tra l'essere indagato e l'aver ricevuto un avviso di garanzia.
L'annunciato faccia a faccia di ieri con Beppe Grillo salta. Tra i due soltanto una telefonata nel pomeriggio, prima che il leader dei Cinque Stelle salisse sul palco a Nettuno. Senza la sindaca, però. Grillo naturalmente vuole che il Movimento rimanga unito ed è su questo che insiste al telefono, nella consapevolezza di essere legato a doppio filo con la Raggi. Uno ha bisogno dell'altro: lui potrebbe pure toglierle il simbolo, ma poi? Mollarla significherebbe dover abbandonare le aspirazioni di governo nazionale. Andare avanti con lei è una necessità per Grillo, nonostante le bugie della coppia Raggi-Muraro l'abbiano irritato. La verità è che la sindaca e Grillo sono prigionieri l'uno dell'altra: lui non può far cadere il simbolo della più importante vittoria del Movimento e lei ha bisogno del simbolo delle stelle, gestito dal comico, per governare. Vivrà pure da separata in casa, è costretta a qualche compromesso ma non accetta in toto il diktat del leader e per ora evita di fare la fine degli altri grillini dissidenti. Cerca di non farsi schiacciare e di mantenere un suo spazio. Cede però sul suo capo segreteria, Salvatore Romeo, che si vedrà probabilmente decurtare lo stipendio e sul vice capo di gabinetto Raffaele Marra, l'annuncio del siluramento però non compare sulla sua pagina Facebook ma viene aggiunto nella versione pubblicata sul blog di Grillo.
Ma la Raggi fa vedere che a comandare è sempre lei, non molla la Muraro, di cui diceva «dove la trovo un'altra come lei», e neppure sulla nomina dell'assessore al Bilancio Raffaele De Dominicis. A metà pomeriggio dice la sua postando un video in cui fornisce risposte formali, molto poco grilline. Ribadisce che prima di prendere decisioni sulla Muraro aspetta di leggere le carte dei pm. «E siate certi - dice - che nel caso ravvisassimo profili di illiceità agiremmo di conseguenza. Sconti non ne abbiamo mai fatti a nessuno e continueremo a non farli». Non c'è traccia di scuse nelle sue parole per non essere stata trasparente con i suoi concittadini come prevedono le regole del Movimento, evidentemente solo quando sulla graticola ci stanno gli altri.
Rimanda ai magistrati, la Raggi: «Saranno i pm a decidere se c'è un'ipotesi di reato o si va verso una richiesta di archiviazione.
Non i partiti o qualche giornale. Intanto l'assessore deve continuare ad impegnarsi per ripulire la città». Anzi dice di aver «imposto» alla Muraro «per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini di lavorare per mantenere Roma pulita».
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