"Salvini è un inaffidabile". "Di Maio fa solo cabaret". Quando i due si odiavano

Il diavolo e l'acqua santa. Se si ripercorrono le cronache politiche degli ultimi tre anni, l'immagine che viene fuori dal rapporto tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini è quella di due anime in eterno conflitto

"Salvini è un inaffidabile". "Di Maio fa solo cabaret". Quando i due si odiavano

Il diavolo e l'acqua santa. Se si ripercorrono le cronache politiche degli ultimi tre anni, l'immagine che viene fuori dal rapporto tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini è quella di due anime in eterno conflitto. Offese, critiche, minacce: un florilegio di attacchi che a rileggerli oggi, ora che i due sono legati da un filo "governativo" e non solo telefonico, fa quantomeno storcere il naso. Eppure, la coerenza in politica è un'arma spuntata dall'opportunità.

"Quando la Lega ci dirà come ha speso i soldi dei rimborsi elettorali e Salvini ci dirà quando intende restituirli alla Camera e al Senato ne riparliamo. Io non mi fido di loro, sono uno di quei cittadini che si impegnano in prima persona perché ha deciso di fare punto e a capo col passato", dichiarava il leader grillino nel novembre del 2015.

Nel giugno del 2016 il pentastellato continuava a puntare il dito contro il leghista: "La scelta di piazza Verdi da parte di Salvini è stata una provocazione? Sì, ma di questo si alimenta quella persona. Più lo commentiamo, più ne parliamo e più gli diamo sponda".

A gennaio 2017 poi precisava: "Non so se qualcuno la mattina beve e inizia a scrivere queste cose: noi non facciamo alleanze né con Salvini né con Meloni". E ancora: "È una legge elettorale senza preferenze, che non assicura nessuna governabilità e che è fatta da tutti i partiti per far fuori il M5S. La cosa vergognosa è che Salvini si è venduto per qualche poltrona e sta votando una legge che porterà di nuovo Renzi e Berlusconi al governo. Magari ci ritroviamo un'altra volta Gentiloni. E quelli sarebbero quelli che dovevano rivoluzionare l'Italia, che dovevano cambiare le cose? Li vediamo quando alla prova delle poltrone cedono... Noi siamo contro e faremo di tutto per fermarli".

Il 30 ottobre 2017 Di Maio cercava di essere ancora più chiaro: "Se Salvini cerca di rifarsi una verginità politica ammiccando ancora a un'alleanza con noi sbaglia di grosso. Ripeto per l'ennesima volta: il MoVimento 5 Stelle non fa alleanze con i partiti che hanno disintegrato il nostro Paese. Ricordo anche a tutti che la Lega di Salvini ha praticamente votato la fiducia al governo Gentiloni per far passare una legge elettorale truffa e che quindi, anche a causa loro, passerà una legge di bilancio che massacrerà ancora gli italiani. Per noi è imperdonabile. Ed è imperdonabile tradire i propri elettori per avere in cambio delle poltrone".

Ma cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Perché anche il leader del Carroccio non ha risparmiato niente a Di Maio. Qualche esempio? Il 30 aprile 2017 sentenziava: "Sul tema dell'immigrazione i 5 stelle sono peggio del Pd di Renzi. Adesso Di Maio fa il furbetto, fa la voce grossa, ma in Parlamento con il Pd hanno depenalizzato il reato di immigrazione clandestina e a Bruxelles hanno appena votato per il rifinanziamento delle operazioni scafiste di Frontex. Parlano bene ma razzolano malissimo e sono i principali fautori di questa immigrazione senza controllo. Di Maio fa tutto questo per voti, per cercare di fregare gli italianii che però non sono fessi. Fa solo cabaret, ma sull'immigrazione sono peggio del Pd". Neanche un mese dopo rincarava la dose: "Adesso stanno provando a pompare Di Maio, che è andato ad Harvard a spiegare che cosa faranno al governo, quando ancora non hanno spiegato che cosa vogliono fare in Europa. Di Maio è di un'ignoranza e un'incompetenza ineguagliabili. Non basta essere onesti. Un sindaco onesto e incapace è comunque un disastro".

A novembre Salvini poi tuonava: "Gigi di Maio sta andando a Washington.. dice che lui è fedele agli americani, io sono fedele ai cittadini italiani. Poi, per carità, si discute con gli americani e con i russi, io non ho bisogno di dimostrare la mia fedeltà a nessuno girando per il mondo". E ancora: "A Di Maio lascio i salotti buoni che preferisce frequentare rispetto alle fabbriche e alle periferie. Ognuno sceglie cosa fare nella vita. Rispetto il loro elettori, ma i 5 stelle dove governano fanno solo disastri. Un conto è dire No, un conto è governare le città, figurarsi un Paese. Non sono capaci di pulire le strade di Roma, figurati cosa fanno a livello italiano. Non li temo". Il 12 dicembre Salvini sembrava tranchant sull'ipotesi di un appoggio del suo partito a un governo Di Maio: "Basta vedere Spelacchio a Roma, come governano le città. Dico no a "governo Spelacchio". A gennaio aggiungeva frasi al vetriolo: "Non demonizzo il Movimento 5 Stelle, alcune battaglie le condivido, ma non posso accordarmi con chi cambia idea ogni quarto d'ora. Di Maio dice una cosa stasera e un'altra domani mattina. Chi sceglie Salvini sceglie Salvini, con i suoi pregi e i suoi difetti".

Le critiche arrivano fino al mese scorso: "Di Maio ha tradito gli ideali dei 5 Stelle. Candidano impresentabili, riciclati, poltronari. Quindi non mi fido di chi cambia idea ogni quarto d'ora".

Insomma, scurdámmoce 'o ppassato.

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