Salvini studia il taglio delle tasse: "Se serve, ignoreremo il tetto del 3%"

L'obiettivo è portare le tasse al 15%. Salvini avverte Bruxelles: "Se le regole sono punitive, non rispetteremo il tetto del 3%". E sulla Ue: "Referendum ma non domani"

Salvini studia il taglio delle tasse: "Se serve, ignoreremo il tetto del 3%"

"Mai nella vita governerò con Renzi". Matteo Salvini lo scandisce con forza. Non è la prima volta a farlo ma anche durante la conferenza stampa a Strasburgo lo ribadisce con energia. "Spero di avere l'onore di guidare il mio paese stando al nostro programma, senza annacquare i programmi, senza inciuci". In cima alla sua agenda c'è sicuramente la riforma del fisco che ha come obiettivo abbassare le tasse al 15%. Ma non solo. Sul tavolo c'è anche un modo diverso di stare in Europa. "I nostri esperti - avverte - lavorano a un piano piano B se da Bruxelles arrivassero solo dei no". A partire dal tetto del 3% per il rapporto debito/Pil e dalla moneta unica.

"Non ho smanie di andare al governo". Nella conferenza stampa a Strasburgo, Salvini annuncia alcuni punti del programma di governo che nei prossimi giorni proporrà al parlamento ("Non ai partiti, ma al Parlamento"). "Se su questo programma di governo ci sarà una maggioranza, io mi prendere l'onore e l'onere di guidare il governo - avverte - ma se per andare al governo devo tirare dietro quelli che sono stati bocciati dagli italiani la settimana scorsa, assolutamente no". Niente larghe intese, dunque. Una pietra tombale su chi in parlamento sta cercando di salire sul carro del vincitore. Il segretario del Carroccio non sembra disponibile a scendere a compromessi. Né a Roma né a Bruxelles. Tanto che, se per portare a casa le misure che ha in mente dovesse mai mettersi contro l'Unione europea, si dice pronto a farlo. A partire dal tetto del 3% per il rapporto deficit/Pil. "Fa parte di quelle regole scritte a tavolino, che se fanno stare meglio i cittadini noi rispetteremo - spiega - ma se in nome di quei vincoli dobbiamo licenziare chiudere e precarizzare allora non rispetteremo". Se, per esempio, dovesse mettersi a cercare 31 miliardi di euro per evitare l'aumento di accise, tasse e Iva, allora Salvini è già pronto a sforarlo andando a Bruxelles a ricontrattarlo.

I rapporti tra la Lega e l'Unione europea non sono mai stati idilliaci. E ora Salvini prova a cambiarli, sapendo però che non può forzare troppo la mano. "La Costituzione italiana impedisce che gli italiani votino su trattati internazionali, purtroppo". Tuttavia, proprio la modifica della Carta rientra nei piani del leader lumbard per i prossimi cinque anni di governo. "Non è qualcosa che è all'ordine del giorno domani mattina", precisa. Come non lo è l'uscita dall'euro.

"Era è e rimane una moneta sbagliata - continua - ma non c'è la possibilità di una uscita solitaria dell'Italia". Gli esperti economici del Carroccio starebbero, tuttavia, lavorando a un piano piano B nel caso in da Bruxelles arrivassero solo dei "no".

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