Matteo Salvini non fa passi indietro. Dopo aver dato della "zingaraccia" alla rom che in un video de ilGiornale.it augurava la morte al ministro con un "proiettile in testa", si è scatenata una tempesta di polemiche soprattutto dalle sponde di sinistra. Il campo progressista e radical chic ha puntato il dito contro il titolare del Viminale accusandolo di usare termini razzisti. Il tutto dimenticando le minacce di morte ricevute dal vicepremier.
E così adesso il ministro ha deciso di rispondere per le rime assumendosi tutta le responsabilità delle parole usate contro la rom: "Io bado alla sostanza e non alla forma. Nessun politico o giornalista dice mai che questo ministro ha ricevuto più di duecento minacce di morte. Quanto alla signora che si augura la mia scomparsa, pare che abbia numerosi precedenti", ha affermato in un'intervista a La Stampa. Poi mette in chiaro le cose e a chi gli chiede delle scuse per quel vocabolo usato nei confronti della rom, afferma: "Macché. Mi assumo completamente la responsabilità delle mie parole".
Insomma il ministro non ha alcuna intenzione di ritrattare quelle parole. In effetti da sinistra nessuno ha fiatato quando la stessa rom ha augurato la morte a Salvini o quando lo stesso ministro ha ricevuto lettere di minacce al ministero. L'ondata di indignazione è scattata solo quando il ministro si è difeso avvertendo la rom: "Zingaraccia, arrivano le ruspe". La polemica però è destinata a durare a lungo. A sinistra infatti non si spegne il coro che chiede le scuse al ministro.
Eppure forse qualcuno, ad esempio dalle parti del Pd, dovrebbe chiedere scusa per ben altri motivi, come ad esempio far visita ai due americani in cella per l'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, dimenticando così il dolore della sua famiglia...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.