Le sanzioni alla Russia ci sono già costate 7 miliardi: la missione di Salvini a Mosca

In questi ultimi anni, le sanzioni sono costate agli imprenditori italiani 7 milioni di euro al giorno. E nel frattempo, le aziende straniere hanno preso il posto di quelle italiane

Le sanzioni alla Russia ci sono già costate 7 miliardi: la missione di Salvini a Mosca

Matteo Salvini sbarcherà domani a Mosca per l'Assemblea generale di Confindustria Russia. Una visita importante, che servirà al governo italiano per ribadire la volontà dell'esecutivo di garantire la tutela del business fra Roma e Mosca e impegnarsi sul fronte delle sanzioni. In questi anni di blocco del commercio con la Russia, l'Italia ha già perso sette miliardi. Ma, come ricorda Il Tempo, il problema non è solo la perdita di denaro, quanto quella di quote di mercato che sono passate direttamente nella meni di altri operatori stranieri.

Ernesto Ferlenghi, presidente di Confindustria Russia, ha detto al quotidiano Izvestia che "dall'introduzione delle sanzioni, le esportazioni italiane in Russia, che nel 2014 avevano raggiunto i 14,5 miliardi di euro, sono diminuite di un terzo. Nei primi tre anni, il calo in generale è stato del 45%". Detto in termini pratici, "gli esportatori italiani hanno perso 7 milioni di euro al giorno". Una perdita economica grave, unita anche al fatto che le aziende più grandi possono permettersi legali che studiano costantemente il modo di proteggersi e investire lo stesso. Ma i piccoli e medi imprenditori preferiscono direttamente rinunciare al commercio onde evitare problemi con i finanziamenti da parte delle banche.

Gli industriali italiani adesso sperano in questo governo, che dal primo giorno si è impegnato a fare in modo di addolcire il regime sanzionatorio nei confronti di Mosca. E i viaggi di Salvini e Giuseppe Conte a stretto di giro posta, possono essere forieri di novità importanti per le aziende italiane. Almeno questo è quello che spera Confindustria.

L'auspicio di Ferlenghi è chiaro: "Abbiamo bisogno che il governo ascolti la nostra voce, comprenda come le imprese stanno soffrendo a causa delle sanzioni e fornisca sostegno, attraverso canali politici. Queste sanzioni non avvantaggiano né la Russia, né l'Europa. Il sogno del 99% dei nostri soci è che le sanzioni vengano revocate, perché limitano e impediscono il nostro sviluppo in Russia". E Salvini ha già ribadito, a Monza, che torna a Mosca "perché è in corso a livello europeo il dibattito se rinnovare a tempo indefinito le sanzioni economiche contro la Russia che ritenevo, e ritengo, un'assurdità sociale, culturale ed economica". La volontà non manca, dunque.

Ma il compito italiano non è semplice. Il governo Lega-Cinque Stelle si è impegnato nel fare il possibile per rimuovere le sanzioni, ma l'asse con gli Stati Uniti non permette una grandissima libertà di manovra. E da parte dell'amministrazione americana, nonostante le aperture nei confronti di Vladimir Putin, è già stato ribadito di voler confermare il regime punitivo nei confronti della Russia.

L'esecutivo italiano può sperare nella sinergia fra Conte e Donald Trump per provare a strappare un accordo che permetta alle aziende italiane di operare. Ma il problema è anche trovare alleati all'interno dell'Unione europea. E ultimamente sono in molti, in Europa, ad aver voltato le spalle all'Italia.

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