Sarà espulso il tunisino che voleva l'attentato a Pisa

Il 26enne fermato è ritenuto un soggetto pericoloso. Era già stato identificato per reati legati allo spaccio

Sarà espulso il tunisino che voleva l'attentato a Pisa

Roma - Sarà espulso con un provvedimento del ministro dell'Interno Angelino Alfano, Bilel Chihaoui, il 26enne tunisino che nella serata di giovedì è stato fermato a Pisa perché sospettato di voler compiere un attentato nella città toscana. L'uomo, nato a Tunisi il 2 febbraio 1990, è infatti ritenuto soggetto pericoloso per la sicurezza nazionale, visto che nei giorni scorsi, su un profilo registrato con falso nome su Facebook, aveva postato varie foto di martiri dell'Islam, con accanto la loro data di morte e la sua, scrivendo che sarebbe deceduto proprio l'11 agosto.

A quanto pare, il ventiseienne avrebbe voluto compiere un attentato nei pressi della torre pendente, ma tra le sue mire c'erano anche l'aeroporto e la stazione. In che modalità non è dato di saperlo, ma c'è chi ipotizza volesse compiere un gesto estremo con l'uso di esplosivi, anche se proprio su Facebook, poco prima che venisse fermato, aveva postato l'immagine di un uomo con in pugno una pistola.

Fonti vicine ai carabinieri fanno sapere che si tratta di un fermo identificativo. Chihaoui, che nel 2015 era già stato identificato per problemi legati allo spaccio di stupefacenti, è stato bloccato dagli uomini del Ros di Livorno, grazie a un'operazione compiuta con l'aiuto anche di altri rappresentanti delle forze dell'ordine, compresi quelli di Torino. Con lui c'erano anche alcuni spacciatori e delle prostitute. L'operazione è stata messa in atto in meno di otto ore e si è svolta con grandissima professionalità. La raccomandazione, infatti, era quella di agire «con la massima cautela». Gli inquirenti gli stavano dietro da tempo proprio perché, grazie al monitoraggio dei social network, si erano accorti del suo essere simpatizzante dello Stato islamico. Al momento è trattenuto nella sede del comando provinciale dei carabinieri di Pisa, dove, a chi lo ha interrogato, avrebbe detto di aver messo quei post «solo per emulazione». Ma gli inquirenti non ne sono convinti, visto che proprio l'11 agosto si è spostato da Torino per raggiungere Pisa ed è lì che lo hanno seguito per esser certi che non mettesse in pratica ciò che aveva annunciato.

«Quando ho visto la sua foto su Il Giornale - racconta un dipendente di una sala giochi pisana frequentata un tempo da Chihaoui - l'ho subito riconosciuto e mi sono meravigliato, perché a differenza di altri quel giovane era sempre molto tranquillo. Sì, frequentava un giro di spacciatori, ma mai aveva parlato dell'Isis. Cosa diversa per alcuni suoi amici. Ricordo che qualche tempo fa alcuni di loro mi raccontarono di essere simpatizzanti del Califfato. Due sono anche partiti per combattere in Siria e uno ci ha lasciato la pelle».

Intanto, a Pisa la preoccupazione in seguito al fermo dell'uomo cresce. L'area di piazza dei Miracoli è infatti considerata zona sensibile.

Oltre a quelle già poste dall'opera Primaziale, infatti, a breve saranno installate 11 nuove telecamere e altri impianti di sicurezza che possano costituire un deterrente per eventuali attentatori. Tutta la piazza è presidiata 24 ore al giorno da militari e rappresentanti delle forze dell'ordine.

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