Saranno le calciatrici a salvare il calcio

Lontano più idealmente che geograficamente da noi si sta giocando il futuro di un pezzo di calcio. Perché è in corso la coppa del mondo femminile, in Canada. Si gioca con gli sponsor felici per un pezzo di sport che cresce ovunque

Lontano più idealmente che geograficamente da noi si sta giocando il futuro di un pezzo di calcio. Perché è in corso la coppa del mondo femminile, in Canada. Siamo alle semifinali: Stati Uniti-Germania e Giappone-Inghilterra. Si gioca con gli stadi pieni (54.027 spettatori per il quarto di finale Canada-Inghilterra sabato a Vancouver). Si gioca con gli sponsor felici per un pezzo di sport che cresce ovunque. Perché il calcio femminile oggi ha solo in Europa 1,2 milioni di praticanti, cresciute di cinque volte negli ultimi 20 anni. Dal 2010 al 2015 gli investimenti sono triplicati e l'interesse generale per il calcio femminile è aumentato esponenzialmente. In un mondo alla continua ricerca di nuovi riferimenti, le calciatrici possono mitigare i danni creati da scandali come quello della Fifa e rubare un po' di scena ai calciatori. Negli altri sport in cui questo è successo è andata bene. Nel tennis per esempio, oggi la popolarità di atlete come Serena Williams o Maria Sharapova ha aiutato lo sviluppo dell'intero sport e soprattutto ha spinto verso la pratica milioni di ragazzine. A contribuire al successo è stata anche la capacità delle ragazze di ridurre il gap tecnico con gli uomini: oggi la differenza di velocità e di forza tra un tennista e una tennista è minima, a differenza di quanto accadeva in passato.

Idem per le nuotatrici. Le calciatrici non ci sono ancora, ma fanno passi enormi. E il calcio femminile cresce tecnicamente quanto cresce mediaticamente. È un bene. È una fortuna. Una delle poche che si vedono all'orizzonte.

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