Lega e M5s hanno chiuso l'accordo sul programma di governo e sono pronti anche per indicare il nome del premier. Ma di fatto in queste ore, oltre al toto-premier, impazza anche il toto-ministri. Per quanto riguarda un dicastero chiave come quello di via XX settembre, in pole position c'è Paolo Savona, già ministro nel governo Ciampi, in una intervista a Vita.it ha affermato: "Se l’Italia non l’ha già fatto, è giunto il momento d’avere pronto un Piano B – di fine dell’euro o di uscita dallo stesso – che dal 12 maggio 2011 ho insistentemente richiesto di approntare. Gli accordi costruiti male o firmati da Paesi con intenti egemoni non hanno lunga vita. Se dovessimo essere colti impreparati all’evento, sarebbe veramente un dramma". Di fatto sulla moneta unica il probabile ministro dell'Economia ha le idee abbastanza chiare.
Come sottolinea Repubblica, sul Foglio, qualche tempo fa scriveva: "Anche se si fa finta che il problema non esista, il cappio europeo si va stringendo attorno al collo dell’Italia. E’ giunto il momento di comprendere che cosa stia effettivamente succedendo nella revisione del Trattato di cui si parla e nella realtà delle cose europee, prendendo le necessarie decisioni; compresa quella di esaminare l’opportunità di restare o meno nell’Unione o nella sola euro area, come ha fatto e fa il Regno Unito gestendo autonomamente tassi di interesse, creazione monetaria e rapporti di cambio".E ancora: "Se l’Italia decidesse di seguire il Regno Unito – ma questa scelta va seriamente studiata – essa attraverserebbe certamente una grave crisi di adattamento, con danni immediati ma effetti salutari, quelli che ci sono finora mancati: sostituirebbe infatti il poco dignitoso vincolo esterno con una diretta responsabilità di governo dei gruppi dirigenti".
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