Un insospettabile «yacht staffetta» che, partendo dalle coste albanesi, scarica decine di migranti in Salento utilizzando un gommone navetta prima di giungere nei pressi delle spiagge di San Cataldo. Così gli scafisti 2.0 lasciano in porto le consuete carrette del mare e si inventano nuovi vettori che passano inosservati, o quasi.
Ieri la Guardia di Finanza, per la quinta volta in tre mesi, ha intercettato i mercanti di migranti arrestando due scafisti e rintracciando 25 tra siriani e iraniani, compresi sei donne e nove bambini, alcuni in stato di ipotermia. Il Reparto Aeronavale della Gdf ha individuato il veliero di 14 metri, battente bandiera statunitense, mentre si preparava a riprendere il mare presumibilmente verso Saranda, la località albanese che è anche la base per i traffici di sostanze stupefacenti che partono verso Italia ed Europa. La dinamica si svolge con lo yacht dal vestito turistico che effettua la traversata del canale d'Otranto per poi, giunto a qualche decina di metri della riva, far trasbordare il suo carico umano su un gommone che provvede all'ultimo tratto. Così l'insospettabile barca vip può tornare indietro a luci rigorosamente spente per un altro viaggio, che frutta 3.000 euro a immigrato. Uno stratagemma che è stato in vigore per tutta la stagione estiva, con l'incredulità di alcuni villeggianti che poche settimane fa sugli scogli di una discoteca in Salento si sono visti «raggiungere» in pista da un gruppo di siriani e afghani appena sbarcati. Identico stratagemma utilizzato anche nelle gettonatissime isole Cicladi, con due sbarchi ad agosto nelle spiagge vip di Mykonos e Samos dal consueto yacht. Lo scorso 5 settembre negli aeroporti di Santorini e Mykonos erano stati arrestati tre scafisti polacchi: stavano tentando di far imbarcare migranti con passaporti falsi. Un 22enne ivoriano che tentava di imbarcarsi su un volo per la Germania; un 36enne siriano, un 30enne etiope e due afghani diretti in Svizzera. Ecco che però il problema adesso, come confermano fonti investigative italiane, si sposta sul punto di partenza: quel fazzoletto di mare tra Albania e Grecia che, nonostante le operazioni targate Frontex e l'esercitazione interforze di questi giorni, quindi con moltissimi mezzi aeronavali operativi in acqua, è comunque terra di nessuno.
Proprio la Grecia è una polveriera pronta ad esplodere, con almeno diecimila migranti fuggiti dai centri di accoglienza, tra deficienze organizzative e nuove strategie dei trafficanti che usano anche charter vip. Sui 60mila ufficialmente presenti su suolo greco, di circa diecimila non si hanno notizie. E, con l'ombra della cellula Isis per i passaporti che è attiva ad Atene, stupisce che alcuni hotspot ellenici abbiano solo una pattuglia di polizia all'esterno e consentano agli ospiti di uscire e fare rientro solo in serata per dormire.
Intanto in Grecia nonostante l'invio di altri 115 milioni di euro dalla Commissione Ue, dopo gli 85 di aprile, ecco le dimissioni del Segretario Generale del Ministero dell'interno di Atene che accusa: scarsi controlli, possibili infiltrazioni terroristiche esterne, cattiva gestione dei fondi Ue e nessuna nomina dei direttori dei centri di accoglienza.twitter@FDepalo
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