Scandalo tessere comprate Pd nel caos verso le primarie

A Napoli iscrizioni pagate 10 euro. Orfini: espelleremo i responsabili. Presto aperto un fascicolo in Procura

Scandalo tessere comprate Pd nel caos verso le primarie

S coppia il caso del tesseramento fittizio nel Pd campano. Tra Napoli e Castellammare, due casi che mostrano chiaramente come non tutte le regole sono state osservate. Sul sito di Repubblica è apparso un video in cui si vede una donna convincere alcune persone ad andare a rinnovare la tessera senza preoccuparsi per i soldi necessari («Dovete portare tessera e codice fiscali, i 10 euro ve li danno loro»). A Castellammare, invece, gli stessi responsabili del partito si sono accorti che qualcuno aveva pagato il rinnovo di 16 tessere con una sola carta di credito. A un anno dalle primarie dello scandalo (a Napoli per scegliere il candidato sindaco), torna di stretta attualità l'allegra gestione del partito. Il presidente «reggente» Matteo Orfini ha già inviato nel capoluogo campano un suo rappresentante (Emanuele Fiano) per verificare i fatti. E mentre «l'inviato» del Pd annuncia che segnalerà tutto ai magistrati, dalla procura trapela che è già stata aperta un'inchiesta. Orfini poi avanza una preoccupazione ulteriore: potrebbero esserci altri casi come quello emerso al circolo Pd del quartiere napoletano di Miano. «Se queste cose sono emerse - spiega Orfini - è proprio perché il nostro meccanismo di controllo funziona». Un osservatore verrà mandato anche dal Pd regionale diretto da Assunta Tartaglione. Si tratta di Graziella Pagano, ex senatrice ed europarlamentare. Alla fine dell'indagine interna il tesseramento verrà poi certificato dalle commissioni istituite per preparare il congresso. D'altronde i casi sono tanti. Non c'è solo Miano o Castellammare. A Bagnoli, per esempio, hanno annullato il tesseramento dopo che si era passati dalle 200 tessere del 2016 alle 500 di quest'anno. Problemi analoghi e analoghi sospetti anche a Pompei e a Torre del Greco, cui si aggiungono i quartieri di Pianura e Pendino.

La Pagano, insomma, lavorerà fianco a fianco con l'uomo di Orfini. «Ben venga - commenta la Tartaglione - la decisione del partito di inviare un dirigente nazionale per verificare la regolarità del tesseramento a Napoli. Su questa come su tutte le altre possibili anomalie saremo inflessibili».

Lo spettacolo che si ricava dal video pubblicato sul sito di Repubblica è tutt'altro che edificante, commenta Orfini. Che ora pensa anche all'ipotesi espulsione per i responsabili di tesseramenti non in linea con quanto previsto dal regolamento. «Io stesso ho cacciato persone a Roma», ricorda per poi avvertire che l'organizzazione del congresso non subisce alcun condizionamento. «Non ci sarà nessuno slittamento», rassicura. E l'indagine interna potrebbe allargarsi fuori regione. Come si augura, per esempio, la europarlamentare Pina Picierno. «Si leggono cose anche da altre realtà che destano preoccupazione - spiega la Picierno, originaria del casertano -. A impensierirmi sono le notizie che arrivano dalla Puglia, ad esempio. Dobbiamo essere seri e rigorosi». Il pasticciaccio napoletano offre, comunque, un assist ghiotto ad Andrea Orlando, candidato con Michele Emiliano a contendere la poltrona di segretario del Pd a Matteo Renzi. «Il discorso della rottamazione delle classi dirigenti evidentemente non si è realizzata - constata amaro Orlando -. Sono sempre gli stessi che gestiscono il partito».

E pure uno «scissionista» come l'europarlamentare Massimo Paolucci, confluito in Democratici e progressisti, vede nel caos del tesseramento un segno inequivocabile: «Le clamorose schifezze che, ancora una volta, emergono a Napoli confermano che non ci sono le condizioni per continuare la nostra battaglia dentro il Pd».

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