Roma - Una firma e basta. Niente dubbi, nessun rilievo, né precisazioni, commenti, istruzioni d'uso o lettere di accompagnamento. Sergio Mattarella vara la nuova legge elettorale così com'è, nuda e cruda, senza aggiungere opinioni e senza prenderne le distanze perché nel testo non ha trovato «profili di incostituzionale». L'unico codicillo è un atto dovuto, la delega al governo per definire i collegi uni e plurinominali. I grillini, che speravano in un smarcamento almeno parziale del Colle, ci resteranno male. Pietro Grasso, che si è rumorosamente dimesso dal Pd in polemica con il metodo delle fiducia e pure con il merito della riforma, se ne dovrà fare una ragione.
Il Rosatellum bis è quindi legge dello Stato, è il sistema di voto con il quale andremo alle urne in primavera, forse a marzo, aprile al più tardi. Un cocktail di difficile calibratura, un terzo di maggioritario e due terzi di proporzionale, che è rimasto indigesto a Cinque Stelle, Mdp e FdI ma che è stato approvato in Parlamento da un'ampia maggioranza trasversale e che ha superato pure l'attento esame dell'ufficio giuridico del Colle. Resta aperta la strada, annunciata da M5S, di un ricorso alla Corte Costituzionale, ma il verdetto della Consulta arriverebbe a nuove Camere insediate.
Dunque i grillini, che chiedevano al capo dello Stato di non firmare, non hanno ottenuto nemmeno una lettera di raccomandazioni. Questo perché, spiegano al Quirinale, dal punto di vista costituzionale non c'era proprio nulla da eccepire. E sulla parte politica del dibattito il presidente «ovviamente non entra» nonostante «gli attacchi ricevuti». Poi, si fa notare, c'è un altro particolare. Il Parlamento ha accolto gli appelli di Mattarella, ha trovato una maggioranza larga e armonizzato i due sistemi di voto usciti da referendum e dai verdetti della Consulta. Ora la situazione è più chiara, «le leggi sono armonizzate».
Il vaglio comunque è stato «molto approfondito». Sotto la lente del Quirinale, dal 27 ottobre, soprattutto le liste bloccate, l'effetto-traino fra uninominale e proporzionale, i voti delle liste civetta travasati nelle coalizioni di centrosinistra e di centrodestra. Cioè gli aspetti più delicati. «Grande attenzione» pure ai «punti critici» elencati in una lunghissima lettera pubblicata nel blog di Beppe Grillo.
Il capo dello Stato e i suoi consiglieri hanno letto, valutato e constatato che il Rosatellum non è «manifestamente in contrasto» con la Carta. E così alla fine il presidente ha dato il via libera. Del resto, si ricorda, «l'obbligo della firma è un dovere istituzionale, qualunque opinione personale non conta». Ma quella di Mattarella è in ogni caso positiva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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