Gianluca Grossi
La visione antropocentrica con cui approcciamo qualunque analisi filosofica o scientifica ci impedisce di dare il giusto valore alle cose che ci circondano. È il motivo per cui di fronte alla scoperta dell'ennesima particella subatomica gran parte di noi resta indifferente; ma non i fisici e chi mastica scienza tutti i giorni, per i quali è come aver vinto il più ricco premio della lotteria. Ed è grazie ai loro studi che ogni giorno ci avviciniamo sempre più alla verità, all'intimità, all'essenza che permea tutto l'universo.
Per anni abbiamo inseguito il paradigma del bosone di Higgs, la particella di Dio, teorizzata nel 1964, ma «toccata» con mano solo nel 2013. E oggi, dunque, siamo a un nuovo eclatante capitolo: la scoperta della particella Xi. Era nell'aria e finalmente, al Large Hadron Collider (Lch) di Ginevra, il più grande acceleratore di particelle del mondo, una struttura che parla (anche) italiano, il sospirato traguardo. Di che cosa stiamo parlando?
Appunto, di una particella subatomica. Ce ne sono molte; un tempo erano solo elettroni, protoni e neutroni. Oggi si fatica a stimare il numero esatto. I neutrini, con la loro massa infinitesimale (inferiore perfino a quella di un elettrone) sono un esempio. Ma se ne scopre una e contemporaneamente si realizza che ce ne possono essere altre; come un'infinita danza di matrioske. La nuova particella presenta le seguenti caratteristiche: una grossa massa (oltre 3.600 Mev, quasi quattro volte quella del protone); una potente carica elettrica positiva; un'instabilità tale da non permetterle di vivere per più di un millesimo di miliardesimo di secondo; e un cuore formato da due quark pesanti (quark charm), che probabilmente funzionano come un sistema di stelle doppie. E sono proprio i quark a fare sussultare gli scienziati, perché mai prima d'ora era stata individuata una particella caratterizzata da due «pesi massimi» di questo tipo. Giustificano, di fatto, l'esistenza di neutroni e protoni, ma solo se rappresentati da masse leggere. Qui, invece, si parla di due quark pesanti, che probabilmente ebbero grande risonanza durante la nascita dell'universo (Big Bang); e che oggi sono relegati all'interazione fra particelle in un acceleratore, o nel punto di contatto fra i raggi cosmici e l'atmosfera. La notizia è stata divulgata dalla prestigiosa rivista Physical Review Letters e promette di approfondire ulteriormente la caccia all'essenza del creato. A proposito sappiamo pochissimo. La materia oscura suggerisce che ancora non sappiamo quale sia il reale valore di ciò che ci circonda; e l'energia oscura indica che l'universo si sta costantemente espandendo senza una spiegazione tangibile. Del 4,9% della materia abbiamo una idea vaga; ma brancoliamo nel buio per ciò che riguarda il 26,8% della materia oscura, e il 68,3% dell'energia oscura.
E la particella Xi, una sorta di cemento della materia, può aiutarci in particolare nel campo della ricerca delle quattro forze fondamentali che tengono in vita l'universo, dando interessanti ragguagli sulla «forza nucleare forte» che permette la formazione degli atomi; e senza la quale i protoni e i neutroni non potrebbero esistere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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