Roma - Prima gli italiani, in tutti i sensi, per il governo, per cui i nostri terremotati vengono prima dei migranti. Tanto che dal decreto sull'8 per mille sono stati eliminati i finanziamenti alle onlus per i rifugiati.
Gli 8,2 milioni di euro un tempo dedicati all'integrazione saranno ridotti a 3, mentre aumenteranno fino a 12 milioni di euro i fondi che andranno a favore di Comuni colpiti da calamità quali terremoti o alluvioni. Una decisione che sta già scatenando le polemiche della Chiesa e della sinistra, che hanno sempre sostenuto la politica dell'accoglienza ai migranti, lasciando spesso in secondo piano gli italiani in stato di disagio. Lo schema dell'8 per mille è stato trasmesso al Senato lo scorso 9 gennaio. Nel documento si legge chiaramente la volontà di un cambio di rotta rispetto al passato. Lo scorso anno i milioni derivanti dalla quota Irpef erano 41 e furono suddivisi in parti uguali tra le cinque categorie che necessitavano di aiuto, sintetizzate nei capitoli «Fame nel mondo», «Assistenza ai rifugiati e minori non accompagnati», «Calamità naturali», «Edilizia scolastica» e «Conservazione dei beni culturali». Quest'anno il governo, come annunciato anche in passato, ha deciso di fare in mondo diverso e di diminuire i contributi alle onlus, a favore dei Comuni colpiti da calamità, lasciando a piedi alcune realtà, quali l'Arci, il Cies (Centro informazione ed educazione allo sviluppo), Synergasia, Cir (Consiglio italiano per i rifugiati) e associazione Centro Astalli, che vengono totalmente escluse dal contributo, ma che fino all'anno scorso dovevano molti dei loro progetti a favore dei migranti proprio a questi soldi. Ed è proprio da queste che ci si aspettano le proteste maggiori per l'esclusione dai fondi dell'8 per mille.
Nella lettera di accompagnamento al documento, a firma del sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti, d'altronde, si legge chiaramente che «il Consiglio dei ministri ha disposto la riduzione del 50 per cento delle quote relative alle categorie Fame nel mondo e Assistenza ai rifugiati per un ammontare di 3.007.095,30 euro ciascuna», con il conseguente incremento della voce Calamità naturali per un totale complessivo di 12.028.381,56 euro».
Un atto dovuto per l'esecutivo gialloverde, che punta a mettere in pratica ciò che il vicepremier Matteo Salvini, ma anche altri componenti del governo, hanno sempre sostenuto: «Prima gli italiani».
I soldi che finiranno nelle tasche dei Comuni colpiti da calamità naturali potranno quindi essere usati a favore delle popolazioni rimaste senza casa per colpa di terremoti e alluvioni.
Gente che da anni vive disagi inenarrabili e che fino a oggi ha dovuto fare i conti non solo con la furia della natura, ma con l'abbandono da parte delle istituzioni. Quei soldi daranno loro una mano per sentirsi più considerati da parte dello Stato e meno discriminati rispetto a chi finora ha avuto di più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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