E così, dopo la batosta al referendum finisce in Procura la frittura di pesce che secondo il governatore campano Vincenzo De Luca doveva servire per portare le masse a votare Sì. Ai ben più pesanti faldoni sulle spalle dei magistrati di Napoli si aggiunge anche questo fascicolo, dapprima aperto senza ipotesi di reato e ora trasformato in un'indagine per istigazione al voto di scambio da parte del presidente Pd.
De Luca, in una riunione con 300 sindaci, aveva esortato a darsi da fare per raccogliere i Sì alla riforma a costo di offrire agli elettori un cartoccio di pesce fritto. Piano con le battute: in Italia si rischia di essere indagati.
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