Noi siamo certi che se il ministro dell'Interno Alfano sapesse che dal pulpito di una moschea in Italia un imam dovesse dire «tutte le madri della Nazione islamica, non solo quelle palestinesi, dovrebbero allattare i propri figli con l'odio verso i figli di Sion. Li odiamo, sono i nostri nemici. Dobbiamo instillare questo nei cuori dei nostri figli sino a che sorgerà una nuova generazione che li cancellerà dalla terra», non esiterebbe un secondo ad espellerlo per apologia di terrorismo e specificatamente di sterminio del popolo ebraico. Ebbene queste parole sono state dette nel 2014 dal predicatore islamico Tareq Suwaidan, esponente dei Fratelli Musulmani, che dal 7 al 17 maggio dovrebbe venire in Italia su invito della «Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose» con sede a San Giovanni in Lupatoto.
È stato per primo il sito La Nuova Bussola Quotidiana a renderlo noto, evidenziando che l'invito di Suwaidan è stato condiviso sia da Alleanza Islamica in Italia, che rappresenta ufficialmente i Fratelli Musulmani essendo membro della Federazione delle Organizzazioni Islamiche in Europa (FIOE), sia dal Consiglio Islamico di Verona che rappresenta l'Ucoii (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia). Ebbene noi siamo certi che Alfano interverrà con fermezza come hanno già fatto il Belgio, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, vietando l'ingresso di Suwaidan. Ma a questo punto sarebbe opportuno che Alfano si interroghi sugli amici di Suwaidan in Italia, quelli che l'hanno invitato. A partire dalla «Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose», il cui portavoce è Aboukheir Bregheiche, tra i fondatori dell'Ucoii. La figlia, Nibras Bregheiche, fa parte del direttivo dell'Associazione e siede al «Tavolo di confronto con le Comunità e le Associazioni islamiche costituito da Alfano nel 2015. Poi la Alleanza Islamica in Italia», di cui Izzedin Elzir, presidente dell'Ucoii, è membro del «Consiglio direttivo della Shura», ovvero dell'organo consultivo dell'Alleanza. Quindi la «Federazione delle Organizzazioni Islamiche in Europa», che rappresenta i Fratelli Musulmani in Europa, di cui sempre Elzir compare nel Direttivo. Infine l'Ucoii, presieduto da Elzir, a cui Alfano ha affidato le sorti dei musulmani in Italia, immaginando che sostenendo la realtà dei «musulmani che pregano» si sconfiggerà quella dei «musulmani che sparano».
Ebbene tutte queste sigle sono riconducibili ai Fratelli Musulmani, movimento estremista islamico messo fuorilegge in quanto organizzazione terroristica in Egitto, Emirati Arabi e Arabia Saudita. Già in passato queste sigle nostrane legate ai Fratelli Musulmani hanno fatto venire in Italia altri predicatori d'odio, tra cui Omar Abdelkafy, Rateb Nabulsi, Riad Bustanji e Wagdi Ghoneim. Regolarmente hanno suscitato sgomento per le prediche legittimanti l'odio nei confronti degli ebrei, dei cristiani, di Israele, della nostra civiltà, delle donne. Poi concretamente non è successo nulla. Né i predicatori d'odio né i loro amici nostrani sono stati sanzionati. La verità è che le prediche di odio, di violenza e di morte sono comuni a tutti coloro che ottemperano letteralmente e integralmente a ciò che Allah prescrive nel Corano e a ciò che ha detto e ha fatto Maometto. La «Presidenta» della Camera Laura Boldrini fu costretta ad annullare una lectio magistralis dal titolo «Islam religione di pace», che il 21 ottobre 2015 avrebbe dovuto tenere il Grande imam dell'Università islamica di Al Azhar, lo sheikh Ahmed al Tayeb, raffigurabile come il «Papa» del «Vaticano» dell'islam maggioritario sunnita, perché lei scoprì, soltanto dopo, che è un apologeta del terrorismo islamico suicida che massacra gli ebrei e gli israeliani.
Ebbene forse è arrivato il momento che anche Alfano comprenda che se vogliamo salvaguardare la nostra civiltà, dobbiamo affidarci ai musulmani laici, perché tra i musulmani che pregano e quelli che sparano c'è una contiguità e una continuità: più pregano e più sparano.www.magdicristianoallam.it
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