Sea Watch naviga verso l'Italia Di Maio: "Vada in Francia"

Il vicepremier grillino chiama in causa la Francia sul caso Sea Watch. Italia pronta a fornire aiuti alla nave, ma niente sbarco

Twitter Sea Watch
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Continua la sfida di Luigi Di Maio alla Francia. Dopo la querelle sul Franco Cfa e le polemiche con Parigi, ora è la nave della Ong Sea Watch a fornire terreno fertile per le polemiche. L'imbarcazione umanitaria con a bordo 47 migranti sta puntando verso Lampedusa per ripararsi dal maltempo che avrebbe provocato onde "alte sette metri". Salvini ha già ribadito che non si piegherà a questa "provocazione" e che "i porti restano chiusi". Ma ora Di Maio chiama in causa direttamente Macron.

"La nave Ong Sea Watch, che sta navigando verso la Sicilia, avrà da parte del governo italiano, qualora ne avesse bisogno, supporto medico e sanitario", ha detto su Facebook il vicepresidente. "Dopo di che, invito a puntare la prua verso Marsiglia e far sbarcare le persone sul suolo francese, anziché aspettare inutilmente nelle acque italiane per giorni".

Il rischio infatti è che si ripeta quanto successo poche settimane fa di fronte alle coste di Malta. La Sea Watch e la Sea Eye, con a bordo i migranti recuperati al largo della Libia, rimasero per giorni al largo in attesa che i Paesi Ue si mettessero d'accordo sulla redistribuzione dei migranti. Una "forzatura", che alla fine ha costretto anche l'Italia a farsi carico di circa 15 persone.

Se la nave si presenterà di fronte ai porti italiani è possibile che il Viminale non dia l'autorizzazione allo sbarco dei migranti (competenza che è nelle mani di Salvini). A questo punto si presentano due opzioni: il ministro dei Trasporti Toninelli, competente sull'ingresso delle navi nei porti, potrebbe dare il via libera al riparo della nave a Lampesusa. A questo punto si ripeterebbe quanto successo l'estate scorsa con il caso Diciotti, con la nave della Marina ferma in porto ma con i migranti a bordo. La seconda opzione è che Toninelli non dia il benestare per l'ingresso di Sea Watch, obbligandola così a rimanere al largo. A questo punto si tornerebbe alla situazione già sperimentata da Malta.

In entrambi i casi l'Ong, facendo rotta sull'Italia, la sta automaticamente mettendo in una condizione non certo semplice. Ecco perché Salvini parla di "provocazione".

Perché dunque non virare direttamente verso Marsiglia? "Come stabilito a giugno 2018 nel consiglio europeo - è la tesi di Di Maio - le responsabilità dell'Europa sull'immigrazione sono condivise. Sul Mediterraneo non si affacciano solo l'Italia, la Grecia o la Spagna. Ma anche la Francia. E deve fare la sua parte".

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