Dopo l'approvazione del Rosatellum al Senato, arriva un colpo di scena: il presidente del Senato, Pietro Grasso ha deciso di lasciare il Pd. Di fatto adesso entrerà nel gruppo misto. Una scelta, quella del presidente di Palazzo Madama, che arriva al culmine di un iter parlamentare sulla legge elettorale che ha minato probabilmente il rapporto tra lo stesso Grasso e il Partito Democratico. La presa di distanza appare chiara: Grasso di fatto si dissocia dal Rosatellum che è stato fortemente voluto da Renzi. Ma c'è un'altra chiave di lettura in questa vicenda. Il nome di Grasso negli ultimi tempi era stato accostato a candidature nelle fila dell'area fuori dal Pd.
Soprattutto con Mdp, il partito che adesso raccoglie tutti i bersaniani che hanno lasciato il partito di largo del Nazareno per costruire un nuovo sogetto politico a sinistra. Lo scorso settembre un'accoglienza particolare e calorosa era stata riservata proprio a Grasso proprio nel corso della festa di Mdp. Di fatto con l'addio al Pd l'ipotesi che il presidente del Senato possa diventare una nuova guida per la sinistra extra-Pd comincia a diventare più consistente. La seconda carica dello Stato comunque non ha intenzione di lasciare la presidenza del Senato fino al termine della legislataura.
Lo sfogo di Grasso
Di fatto solo ieri il presidente del Senato si era lasciato andare ad uno sfogo piuttosto duro con il senatore M5s, Vito Crimi che lo aveva invitato a "non rendersi complice del Rosatellum". Grasso aveva risposto con toni abbastanza duri: "Non ho bisogno di medaglie ma ho il senso delle istituzioni. Come tutti sanno -aveva detto Grasso- il motivo per cui non ho accettato la candidatura in Sicilia è stato per potere continuare, con senso delle istituzioni, a espletare la mia funzione in quest'assemblea". Poi aveva aggiunto: "Ritengo che questo sia il mio compito in questo momento. Le mie decisioni personali sono altra cosa. In questo momento io faccio il Presidente del Senato e vado avanti con il mio compito. Quali che siano le mie decisioni personali e le mie intime motivazioni -aveva sottolineato Grasso- posso dire che può anche essere più duro resistere e continuare, piuttosto che abbandonare con una fuga vigliacca. Si può esprimere il malessere, ma non è detto che, quando si ha il senso delle istituzioni, si debba obbedire ai propri sentimenti. È chiaro?".
Le reazioni di Pd e Mdp
Intanto dal Pd a commentare l'addio è il ministro Maurizio Martina: "La motivazione della scelta del Presidente Grasso di lasciare il gruppo parlamentare del Pd la capiremo nei prossimi giorni, certo è una scelta che amareggia, non c’è nessun dubbio. Se il tema fosse quello della legge elettorale, sono convinto che avremmo buoni argomenti per spiegare il perché delle nostre scelte".
"Il Presidente Grasso mi ha comunicato per telefono la decisione di dimettersi dal gruppo del Pd poco prima di renderla nota. Per me è stata una notizia inaspettata e in nessun modo prevedibile. Per quanto mi ha detto, il senatore Grasso si è dimesso dal gruppo del Pd principalmente perché non condivide la linea politica del partito e, in particolare, le decisioni sulla legge elettorale", ha dichiarato il presidente del Gruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda. Che poi ha aggiunto: "Mi ha detto che se non fosse stato Presidente del Senato e avesse dovuto votare, non avrebbe votato né la legge, né la fiducia sugli articoli".
Infine è intervenuto Roberto Speranza di Mdp: "Rispetto profondamente la decisione di lasciare il gruppo del Pd dopo le ultime gravissime scelte compiute", sottolinea Speranza. "La politica ha oggi più che mai bisogno di buoni esempi. Noi continueremo ad impegnarci per dare vita a quel progetto visionario a cui proprio Pietro Grasso ha fatto riferimento nel suo intervento a Napoli".
I renziani: "Punta a Mdp"
"Siamo stati colti di sorpresa". Fonti parlamentari Pd parlano così dell'annuncio oggi, poche ore dopo il via libera al Rosatellum, del presidente Pietro Grasso di lasciare il gruppo al Senato. "Grasso ha comunicato al gruppo al sua decisione nel momento in cui usciva la notizia", fanno sapere. "Il suo dissenso era noto e andava avanti da tempo, ma l'addio non era previsto per oggi. Evidentemente Mdp gli ha chiesto un gesto eclatante per legittimare la leadership della sinistra...", sostengono i renziani. Certo i primi a commentare, e positivamente, la scelta di Grasso, sono stati Nicola Fratoianni e Roberto Speranza. "Fatto politico importante e positivo", dice il segretario di Sinistra Italiana. Per i renziani, la mossa di Grasso è tutta "politica" e pensata, nei modi e nei tempi, a tavolino come "trampolino di lancio" per costruire la sua leadership a sinistra. "E non si dimette da presidente del Senato -si fa notare- perchè siamo in sessione di bilancio e così fa vedere che lui ha senso delle istituzioni. Pensare che proprio lui che ci ha assillato ogni giorno con la riforma dei regolamenti anti-cambi di casacca, ora se ne va dal gruppo...".
Se i renziani danno per fatta la leadership di Grasso a sinistra, da Mdp fanno sapere che le cose non stanno, per il momento, così. "Non ne sapevamo nulla", sostengono.
"Non c'è stato alcun incontro, alcuna decisione presa. Leggiamo da settimane che Grasso sarà il leader a sinistra ma non c'è mai stata un'intervista che lo confermasse.. Detto questo non è un mistero che con Grasso stiamo provando a tenere un filo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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