Matteo Renzi la fa franca sul caso banche. Il voto di sfiducia al governo fotografa numeri e sostegni alla maggioranza a Palazzo Madama: 178 i no, 17 sopra la maggioranza assoluta grazie anche al sostegno dei senatori di Verdini e di Tosi. Simili i numeri sull'altra mozione di sfiducia di M5S. "Per noi non ci sono amici o amici degli amici, non esiste alcun conflitto d'interesse e poi da che pulpito arriva l'accusa", si difende il premier attaccando gli azzurri "sempre meno e divisi", autori della mozione insieme alla Lega. Anzi, rilancia, il governo è l'unico che con la riforma delle banche popolari è corso ai ripari con misure che "andavano prese 25 anni fa" per evitare commistioni tra il sistema del credito e la politica. Le banche restano al centro della polemica politica e dell'attività del governo.
Renzi, "guardando solo al bene dell'Italia", difende le misure prese dal governo, a partire dal decreto salva-banche. Fa spallucce e liquida come polemica mediatico-politica i riflettori accesi su Banca Etruria nella quale per un periodo il padre del ministro Boschi è stato vicepresidente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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