Si arena di nuovo il ddl Boschi sulle riforme costituzionali all'esame del Senato. Dopo il sì all'articolo 1 arrivato ieri, oggi è stato il turno dell'articolo 2, quello che riguarda tra le altre cose l'eleggibilità dei senatori e per cui il presidente Grasso ha ammesso solo gli emendamenti per il comma 5.
Ma il voto è tutt'altro che facile, tra le contestazioni delle opposizioni e le polemiche su un gesto osceno che sarebbe stato compiuto da Lucio Barani. Il senatore di Ala avrebbe infatti mimato alla collega grillina Barbara Lezzi iun rapporto orale. A quel punto è insorta Paola Taverna (M5S) che si è appellata a Grasso affinché intervenisse contro Barani e gli faccesse chiedere scusa. Al presidente non è rimasto altro che sospendere la seduta e rinviare il voto a domattina, oltre che convocare l'ufficio di presidenza del Senato per valutare eventuali sanzioni per il senatore Ala.
Sul fronte votazione, la maggioranza supera l'ostacolo tanto temuto del primo scrutinio segreto, bocciando un emendamento di Roberto Calderoli con uno divario di 44 voti, anche se l'asticella si è fermata a quota 160. E per tutta la giornata la maggioranza si è mostrata solida, con score numerici tranquillizzanti. Sin dall'inizio dell'esame delle riforme da parte del Senato, in Aula si sono registrati non solo toni esasperati, ma anche veri e propri insulti, specie da parte dei parlamentari di M5S, verso i senatori di maggioranza, cosa di cui si è lamentato oggi Enrico Buemi con il presidente del Senato Grasso. Per non parlare dei punzecchiamenti della Lega verso i senatori di Ala, il gruppo di Denis Verdini: dal lancio di banconote, ai cartelli esposti oggi.
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