«La vittoria della destra in Austria? L'apice di un'ondata che sta trascinando tutta Europa e ha almeno tre spiegazioni: la ragionevole preoccupazione degli elettori di fronte al continente che invecchia, la perdita di competitività economica dell'Europa e l'allarme per un flusso migratorio costante, con i contorni di una pacifica invasione». Alessandro Amadori, sondaggista e politologo, non è per nulla stupito del risultato austriaco ma non cede agli allarmismi.
Lo spauracchio dell'estrema destra è un'esagerazione?
«Non condivido la preoccupazione sul nuovo nazismo. Non sento serpeggiare fra gli elettori la voglia di un nuovo Hitler ma rilevo una grande paura di vedere demoliti i fondamenti del proprio rapporto fra cultura, territorio e identità».
Così si spiega il successo della destra?
«Oggi l'offerta politica si divide fra la sinistra, che dice agli elettori di non preoccuparsi, che tutto va bene e non possiamo farci niente. E poi la destra, che invece si propone di fare qualcosa e non considera certi fenomeni, come quello migratorio, ineluttabili. L'opinione pubblica tende a premiare questa ricezione della preoccupazione».
È più una svolta a destra o la sconfitta della sinistra?
«Direi che si tratta di due facce della stessa medaglia. La destra soddisfa l'esigenza del problem-solving contro l'opzione di una gestione di lungo periodo offerta dalla sinistra, specialmente sul tema della frontiere sotto pressione».
Dalla Francia all'Austria passando per la Germania è boom di populisti ed estremisti di destra. Ma il governo non è sempre alle porte.
«Senza i moderati, la destra-destra non va da nessuna parte. Ciò conferma che non c'è un revanscismo neonazista in Europa ma ci si orienta verso soluzioni che in questa contingenza è la destra a offrire».
I moderati sono tornati a essere la forza rassicurante e insieme quella che riesce a contenere il malcontento?
«Non solo. Sono la forza politica che dà un'elaborazione più articolata rispetto a soluzioni semplici come il mettere i carri armati alle frontiere».
E qui da noi? La Lega può vincere da sola?
«No, i dati che ho in mano io dicono assolutamente no. Un'alleanza Forza Italia-Lega può ragionevolmente vincere e lo stesso può succedere con un tridente Forza Italia-Lega-Fratelli d'Italia. Ma attenzione: liquidare Matteo Salvini come estrema destra è molto azzardato. Salvini ha le sue posizioni forti, ma non lo vedo nel solco delle tradizioni dell'ultradestra».
Sia Merkel che Juncker sperano in un governo pro-europeo.
«Il successo del governo austriaco e non solo dipende anche da quanta autonomia avrà rispetto
alle politiche centrali europee. Gli elettori sono preoccupati dalla disintermediazione e dall'annacquamento identitario. Un intervento esterno acuirebbe la preoccupazione che sta portando il vento in poppa alla destra».
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