La Siae porta in Procura i bagarini on line: «È una truffa, sequestrate i loro guadagni»

Nonostante lo stop imposto dal tribunale di Roma il fenomeno continua

La Siae porta in Procura i bagarini on line: «È una truffa, sequestrate i loro guadagni»

Milano - La Siae assesta un nuovo colpo al secondary ticketing, il mercato dei biglietti dei concerti parallelo a quello dei canali ufficiali di vendita. Un bagarinaggio on line che scippa il 30% dei ticket dai circuiti autorizzati e li ripropone ai fans a prezzi esorbitanti, spesso inaccessibili.

Ieri i legali della società di autori ed editori hanno depositato alla Procura di Milano un atto di denuncia-querela per truffa aggravata. Nel mirino ci sono, ancora una volta, le società che fanno razzia dei biglietti dei concerti (facendoli sparire nel giro di pochi minuti dall'inizio delle prevendite) e che li rilanciano on line rincarati anche del 90%. Creando così un danno economico enorme sia alla Siae sia all'erario. La società che tutela i diritti di autore chiede anche il sequestro preventivo delle somme guadagnate dai bagarini on line nel caso in cui venisse stabilito che siano illecite.

L'atto bis della lotta al secondary ticketing arriva dopo il pronunciamento del Tribunale di Roma sul caso dei Coldplay, il prossimo luglio a Milano. Un'ordinanza ha bloccato la vendita dei biglietti sui canali «secondari», pena una sanzione da 2mila euro a ticket. Sul banco degli imputati, dopo il ricorso di Siae e Federconsumatori, sono finite la società Live Nation, Seatwave, Ticketbis e Viagogo.

Tuttavia da quella sentenza poco è cambiato. Coldplay a parte, i biglietti degli altri concerti dei big della musica sono stati venduti in seconda battuta a prezzi fuori mercato. Sta accadendo anche in questi giorni con i Guns n'Roses, il 10 giugno a Imola. Stesso menu, stessi prezzi folli, stesse trappole per i fans, che, se vogliono vedere i loro idoli sul palco, non hanno altre vie se non quella dei bagarini. Di fatto, la sentenza romana non ha smosso più di tanto le acque. Ora la Siae alza l'asticella e cerca di estendere il precedente dei Colplay a tutti gli altri concerti. «Lo diciamo da tre anni e abbiamo cercato di percorrere la via della persuasione morale. Ora però basta, andiamo per vie legali» si accende Gaetano Blandini, direttore generale della Siae, che parla anche di una «concorrenza sleale nei confronti degli organizzatori di concerti onesti che, a causa dei siti di secondary ticketing, perdono quote di mercato». Sul tema sono in corso anche le indagini partite dall'esposto presentato a Milano lo scorso aprile da Claudio Trotta, titolare della Barley Arts e organizzatore di concerti (tra cui quelli di Bruce Springsteen e AC/DC). Nel mirino, ancora una volta la Live Nation, la stessa società da cui Vasco Rossi ha da poco preso le distanze sospendendo i rapporti.

Anche la politica sta muovendo i primi passi, a cominciare dall'emendamento alla legge di Bilancio che vieta la rivendita da parte di soggetti diversi dagli organizzatori di spettacoli e da quelli titolari di biglietterie autorizzate, pena multe da 30 a 180mila euro e oscuramento del sito web. Ma al momento su Internet è ancora anarchia totale.

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