Sicilia, il centrodestra si compatta attorno alla candidatura di Musumeci

Sicilia, il centrodestra si compatta attorno alla candidatura di Musumeci

La notizia era nell’aria da diverse ore e quando nel pomeriggio di giovedì è stata annunciata una conferenza stampa per venerdì mattina a Palazzo dei Normanni, sede del parlamento siciliano, allora è apparso palese che qualcosa sul fronte del centro destra si era definitivamente mossa: Nello Musumeci è il candidato unitario della coalizione in vista delle regionali del prossimo 5 novembre.

Proprio all’interno della sala stampa del palazzo inaugurato nel 1130 e che fu sede dell’impero di Federico II, tutti i leader dei principali partiti a sostegno dell’ex presidente della provincia di Catania hanno ufficializzato l’accordo con cui adesso parte la vera campagna elettorale del ‘nuovo’ centro – destra, ricavato dalle ceneri di quello dissolto durante il governo di Raffaele Lombardo e diviso poco prima delle regionali del 2012. L’accordo in Sicilia assomiglia molto al ‘modello Liguria’ che ha portato alla vittoria a Genova nelle scorse amministrative, ma con alcune significative differenze: la prima, su tutte, riguarda la ‘trazione sovranista’ come è stata ribattezzata a Palermo, visto che Nello Musumeci è sì espressione del suo movimento ‘Diventerà Bellissima’, ma è soprattutto uomo di lunga militanza a destra e vicino a Fratelli d’Italia e salviniani.

La situazione interna al centro – destra si sarebbe sbloccata, come rilevano i rumors riportati dal quotidiano locale LiveSicilia, grazie ad un pranzo tenuto ad inizio settimana in un ristorante al centro di Palermo: attorno al tavolo vi erano lo stesso Musumeci, così come Saverio Romano di Cantiere Popolare, il segretario regionale di Forza Italia Gianfranco Micciché e Giusy Savarino, ex deputata agrigentina che adesso è a pieno organico all’interno del movimento ‘Diventerà Bellissima’ ma che, a differenza di Musumeci, proviene da una lunga militanza tra le fila dell’UDC all’epoca di Salvatore Cuffaro: “Il volto moderato che fa da tramite e collante tra le due anime della coalizione”, sussurrano diverse voci nei corridoi palermitani. E’ in questo pranzo che sarebbe nato l’accordo poi ufficializzato: diverse le divergenze, da un lato, ma ai leader politici del centro – destra è apparsa troppo ghiotta l’opportunità di riprendere il controllo di Palazzo d’Orleans (sede della presidenza della Regione Siciliana) dopo non solo i cinque anni di Crocetta, ma anche i quattro in cui Raffaele Lombardo ha quasi subito fatto fuori l’allora PDL dalla sua giunta.

Da una parte la constatazione di un PD che, tra il ‘peccato originale’ dato dall’appoggio a Rosario Crocetta e le divisioni interne, appare tagliato fuori dalla corsa alla vittoria finale nella competizione elettorale del 5 novembre, dall’altro lato un Movimento Cinque Stelle ancora vivo ma che alle recenti amministrative nell’isola non ha sfondato e che a Palermo città (dove vivono più di mezzo milione di elettori siciliani su cinque totali) non gode di ottima salute dopo il caso delle firme false; è da queste constatazioni che i leader della nuova coalizione di centro destra hanno deciso, dopo il pranzo palermitano, di mettere nero su bianco l’accordo e presentarlo alla stampa.
Ed in effetti a Palazzo dei Normanni c’erano tutti i protagonisti del patto: Musumeci ovviamente, ma anche Micciché, Romano, Ignazio La Russa per Fratelli d’Italia, De Poli per l’UDC, Attaguille per Noi Con Salvini, Colajanni per quel che resta dell’MPA (Movimento per l’Autonomia) che fu di Lombardo, così come anche Stefano Parisi per ‘Energie per l’Italia’; la parola più utilizzata è stata quella di ‘responsabilità’: dal candidato in pectore ai vari rappresentanti delle future liste, tutti hanno parlato dell’importanza di unire il centro – destra e sfidare tanto il PD quanto i grillini. Nella sala stampa dell’ARS, anche gli altri due ex papabili candidati della coalizione: Gaetano Armao e Roberto Lagalla, espressione di ‘Siciliani indignati’ il primo, di ‘IdeaSicilia’ il secondo; sono stati loro due a rinunciare di fatto alla candidatura per permettere l’accordo a favore di Musumeci.
Armao, in particolare, nei giorni scorsi era volato ad Arcore per incontrare direttamente Silvio Berlusconi, il quale aveva dato il proprio benestare alla candidatura; professore all’Università di Palermo e fresco di dimissioni dal ruolo di presidente del Consorzio Universitario di Agrigento proprio per poter correre alle regionali, Armao alla fine ha acconsentito ad un suo ruolo nella futura giunta in caso di vittoria di Musumeci (probabilmente come vice – presidente), portando all’interno della sua coalizione il proprio movimento che ha tra gli obiettivi l’accrescimento dell’autonomia ed il riconoscimento dei diritti statutari dell’isola. Roberto Lagalla invece, anch’egli ex presidente del Consorzio Universitario di Agrigento anche se negli anni 2000, così come ex rettore dell’Università di Palermo con un passato di assessore alla Sanità durante il governo Cuffaro, aveva avanzato la sua candidatura già prima dell’estate; anch’egli ha rinunciato rendendosi disponibile per un ruolo in giunta ed è tra i papabili futuri candidati all’assessorato all’istruzione.
Tirando quindi le somme, la coalizione di centro – destra in Sicilia avrà Musumeci come candidato e sarà formata da Forza Italia, Fratelli d’Italia, UDC, Noi Con Salvini, Cantiere Popolare, MPA, Movimento Nazionale Siciliano, oltre che dai tre movimenti dello stesso Musumeci, di Armao e di Lagalla. Manca Angelino Alfano, su cui era stato posto più volte il veto soprattutto da parte di Fratelli d’Italia e salviniani; l’attuale ministro degli esteri, che ha iniziato la sua carriera politica proprio all’interno del parlamento siciliano venendo eletto deputato nelle liste di Forza Italia nel 1996, virerà con il PD nel sostegno all’attuale rettore UNIPA, Fabrizio Micari.


Un candidato di destra, per una coalizione che vuol rimanere ‘moderata’: è questo di fatto l’equilibrio che l’accordo presentato oggi vuol raggiungere in vista dell’apertura definitiva della campagna elettorale; secondo gli ultimi sondaggi, le candidature di Musumeci e del grillino Cancelleri sono le più quotate per la vittoria finale, distanti invece le altre formazioni politiche.

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