In Sicilia coi soldi pubblici pagavano anche le messe

Tra cene e fiori pure la commemorazione del caro estinto

In Sicilia coi soldi pubblici pagavano anche le messe

Un mazzo di mimose, la gita della figlia, il canone Rai, la tassa sui rifiuti. Sono alcune delle voci di spesa che sarebbero state pagate con i fondi pubblici dall'ex capogruppo del Pd all'assemblea siciliana, Antonello Cracolici, secondo la Corte dei Conti. Ma l'indagine a tutto campo dei giudici contabili non investe certo solo il gruppo dei democratici. E c'è anche qualcosa di più curioso, per non dire di preoccupante, della tassa televisiva saldata con i soldi dei contribuenti: duecento euro di elemosina versati alla parrocchia da parte del gruppo Udc. In particolare, hanno ricostruito alla Corte dei Conti, si sarebbe trattato dell'offerta per cinque messe in suffragio del padre di Francesco Cascio, ex presidente dell'assemblea, nella parrocchia di Sant'Eugenio Papa a Palermo. Il gruppo scudocrociato avrebbe cioè esercitato la carità parrocchiale attingendo al tesoretto destinato all'attività politica.

Oltre due milioni di danni erariali è il primo conto della Sprecopoli siciliana, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2011. Nell'inchiesta sono finiti sette ex capigruppo di altrettanti partiti, con cifre contestate più o meno alte, dai 700mila euro di anomalie riscontrati nei conti dell'ex presidente dei deputati dell'Mpa Francesco Musotto, ai 500mila in quelli del democratico Cracolici, ai 407mila euro da chiarire per Rudy Maira (Pid ma prima Udc). Nell'elenco ci sono anche Pdl, Grande Sud e Gruppo Misto, con contestazioni tra i 110mila e i 4mila euro. Pranzi, cene, multe, giocattoli, massaggi, negli elenchi sospetti. La Corte dei Conti sta lavorando parallelamente alla magistratura, che indaga per il reato di peculato e che ha inviato 97 avvisi di garanzia, senza salvare nessun partito.

Cracolici, Pd, ha già presentato una memoria scritta spiegando che tutte le spese sono state rendicontate e che sono servite allo svolgimento dell'attività del gruppo. L'Mpa Musotto assicura che si è operato all'interno di un quadro «di legge». «Spese lecite», difende il gruppo Pdl l'ex presidente Innocenzo Leontini.

Oltre alla parrocchia, a pranzi e a leasing di auto, Musotto, a differenza degli altri, deve rispondere di un presunto vero e proprio ammanco: 45mila euro, che l'ex capogruppo del Mpa ha spiegato di aver prelevato e consegnato all'ex governatore Raffaele Lombardo. Da Lombardo è già arrivata una secca smentita, ma Musotto rincara: «Mi disse che dovevano essere utilizzati per la campagna elettorale delle amministrative». Sono un danno erariale, secondo i giudici contabili, anche i 4.700 euro di spesa che Musotto autorizzò per un megapranzo a Villa Alliata, in cui l'Mpa strinse nel 2010 la storica alleanza con il Pd.

Cracolici invece è nel mirino della Corte dei Conti anche per una

serie di bollette anticipate con i soldi del gruppo, tra le quali la Tarsu, la tassa sui rifiuti, bollette Enel e canone televisivo. Un altro anticipo anomalo avrebbe riguardato il saldo di 200 euro per la gita della figlia.

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