Nel Pd è in atto una resa dei conti infinita. Il gioco delle correnti continua a inquinare il dibattito e rende difficile trovare una convergenza sui temi principali. Tra cui spicca, negli ultimi tempi, l'ipotesi di un'alleanza con il Movimento 5 Stelle. Scenario negato con forza da Luigi Di Maio e Matteo Renzi. Due estremi tra cui galleggiano idee e posizioni diverse: Roberto Fico per i pentastellati e Nicola Zingaretti - nonostante le smentite di rito - per i dem. Ed è proprio al possibile accordo tra il presidente della Camera e il segretario del principale partito della sinistra italiana che il deputato del Pd, Davide Faraone, attribuisce il motivo della sua destituzione da segretario dem in Sicilia. "Ecco perché mi hanno fatto fuori in Sicilia. Io dicevo No, loro mi hanno cacciato", il tweet pubblicato da Faraone corredo di un titolo del Giornale di Sicilia che parla di una collaborazione Pd-M5S all'Ars di Palermo.
Ecco perché mi hanno fatto fuori in Sicilia. Io dicevo No, loro mi hanno cacciato. pic.twitter.com/FnHKbFnXQs
— Davide Faraone (@davidefaraone) July 28, 2019
"Confronto trasparente con il M5S"
"Il Pd porge la mano ai 5 Stelle". Questo il titolo scelto dal GdS per commentare il piano d'azione di Giuseppe Lupo. Nome che dice poco a chi non è siciliano, ma che alla monumentale Ars decide (quasi) tutto. È lui, infatti, il ras zingarettiano in Sicilia. Ed è lui a lavorare sottotraccia - anche - per conto del segretario nazionale per costruire con i pentastellati un'intesa finalizzata a sconfiggere il presidente siciliano di centro-destra, Nello Musumeci. È da anni che Lupo sostiene la necessità di un accordo con i 5 Stelle.
Lo ha fatto per la prima volta nel 2015, quando a Live Sicilia bocciava la linea politica del segretario regionale Fausto Raciti che anziché "aprire gli alfaniani di Ncd" avrebbe dovuto "aprire un confronto trasparente sulle riforme con il Movimento 5 Stelle".
"Dialogo difficile ma non impossibile"
Lo ha ribadito, sempre a Live Sicilia, subito dopo l'annullamento dell'elezione di Faraone a segretario regionale del partito. "Il dialogo è difficile, spesso possibile e ritengo anche che sia necessario.
Quando riusciamo a dialogare, come è avvenuto giovedì, a beneficiarne è la qualità delle leggi approvate e anche i lavori parlamentari", ha detto Lupo, prima di augurarsi per il Pd in Sicilia "una nuova fase costituente e di rigenerazione democratica". Ma in ballo c'è qualcosa di più, ovvero il controllo del partito in regione e di riflesso anche a livello nazionale. Per definire alleanze e coalizioni: se necessario, anche con il Movimento 5 Stelle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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