Sicurezza e migranti, ultimi ritocchi ai decreti. Salvini punta al via libera del governo lunedì

Di Maio preoccupato dai «malpancisti» M5s: non so se tutti i nostri li voteranno

Sicurezza e migranti, ultimi ritocchi ai decreti. Salvini punta al via libera del governo lunedì

Prima «un gradevolissimo caffè» con il premier Giuseppe Conte, poi la partenza per Genova dove ha visitato il Salone nautico, giunto alla 58esima edizione. Dal capoluogo ligure il vicepremier, e ministro dell'Interno, Matteo Salvini ha annunciato l'arrivo in Consiglio dei ministri di due decreti legge su sicurezza e immigrazione. La deadline è prevista per lunedì mattina, con la presenza di Conte e dell'altro vicepremier Luigi Di Maio. Salvini ha parlato di «incontro utile e positivo» con il presidente del Consiglio e ha aggiunto, entrando nel merito dei provvedimenti: «Sarà più difficile fare i furbetti per gli immigrati che arrivano in Italia: se fai domanda d'asilo e prendi a pugni un giornalista o un poliziotto, la domanda d'asilo te la strappo e torni nel tuo Paese». Riferendosi al decreto il leader della Lega ha spiegato: «Penso che rispetti Costituzione, buon senso, trattati e diritti umani. Togliamo alcune furbate che regalavano alcuni permessi a migliaia di immigrati».

Tra le misure introdotte dal dl migranti ci saranno: abrogazione del permesso per motivi umanitari, introduzione di permesso per casi speciali con durata di un anno e non di due, sostituzione del permesso per cure mediche. In più sono previste delle restrizioni sull'acquisizione della cittadinanza e verrà eliminato il diritto di iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo. Proprio queste novità hanno di nuovo acceso gli animi di una parte consistente dei parlamentari del Movimento cinque stelle. Un dissenso, raccontano, non limitato alla tradizionale area vicina al presidente della Camera Roberto Fico ma diffuso anche tra i banchi dei grillini che non erano mai stati troppo critici nei confronti di Luigi Di Maio e dello stato maggiore M5s. Le proteste hanno provocato uno sfogo del capo politico che avrebbe confessato ai suoi: «Se continuiamo così non ce la faccio a mantenere uniti i gruppi di Camera e Senato». Preoccupante la tempesta perfetta innescata dalle richieste del ministro dell'Economia Giovanni Tria, dal forcing di Salvini sui migranti e si è registrato qualche mugugno interno sul ddl sulla famiglia presentato dal senatore leghista Simone Pillon.

Salvini ha smentito le voci di tensioni interne ai gialloverdi: «Non c'è nessuna polemica, mi sembra che non ci siano ostacoli né del Quirinale, né dei 5 Stelle. Ci sono alcune correzioni tecniche che ci hanno chiesto di fare: è un decreto con una chiara impronta del prima gli italiani». Le divisioni nella maggioranza sono state smentite anche da Conte: «Assolutamente no - ha detto il premier -, è un decreto che il vicepresidente Salvini ha già anticipato e su cui stiamo già lavorando». Per quanto riguarda la parte sulla sicurezza, invece, le critiche dei tecnici del Mef si concentrano sulle sedi dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia, che nel decreto restano cinque.

Mentre per gli esperti di Via XX Settembre andrebbero ridotte a quattro. Obiezioni dell'Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) sulle nuove regole per l'accesso al Ced (Centro elaborazione dati) da parte della polizia municipale.

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