La rivolta dei sindaci contro il dl Sicurezza è iniziata. Ora che il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e quello di Napoli, Luigi de Magistris, hanno deciso di sospendere il decreto, c'è già una fronda di primi cittadini pronti a seguirli a ruota. Da Nardella a Pizzarotti, fino a Falcomatà. I tre non hanno infatti perso tempo ad assicurare il loro impegno per i migranti. "La mia città non applicherà norme che vanno contro i principi costituzionali e di accoglienza", sentenzia il sindaco piddino di Reggio Calabria. Ma, tra chi si scaglia contro il provvedimento firmato dal vicepremier Matteo Salvini, adesso c'è anche Adriano Zuccalà. Il sindaco di Pomezia in un'intervista al Corriere parla di "diritti basilari da rispettare". Poi, però, ammette chiaramente di non aver manco letto la legge: "Voglio capire bene i confini di questa legge. Non l'ho letta, e non voglio dire cose che non corrispondono al vero", afferma al quotidiano. E poi: "So che in una legge c'è sempre quel rigo sotto dove viene spiegata la frase sopra che non ti aveva convinto - aggiunge.
Quel rigo sotto cambia il senso della legge". Insomma, Zuccalà si schiera a fianco dell'armata buonista e - come da copione - parla di "buon senso", ma senza nemmeno aver letto il decreto. E neanche il "rigo sotto"...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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