Rimborsi impazziti e buco da quattro milioni. I parlamentari del M5s da un anno hanno smesso di pubblicare le loro rendicontazioni, ma di pubblico c'è oggi una cifra che smentisce le promesse: gli eletti del movimento hanno versato la metà di quanto avrebbero dovuto restituire. Come scritto ieri da il Giornale, ammontano infatti a poco più di 4 milioni di euro i depositi sul fondo per le piccole e medie imprese. Si tratta di un dato aggregato che potrebbe comprendere anche le donazioni di un singolo cittadino. Insomma, non si sa neppure se quel denaro sia «interamente» denaro del M5s. Il fondo è stato scelto proprio dal Movimento e, quando occorreva, utilizzato per evidenziare la differenza antropologica dei parlamentari di Beppe Grillo.
In realtà, già un anno fa, si era scoperto con un'inchiesta de Le Iene l'esistenza di parlamentari morosi, parlamentari smemorati, parlamentari che sbianchettavano i bonifici. Proprio la mancata restituzione dello stipendio è stata a volte il grimaldello, il pretesto, per espellere e allontanare le poche voci che avevano palesato il loro dissenso politico. La senatrice Serenella Fucksia, ad esempio, venne cacciata e maltrattata proprio per la mancata restituzione dello stipendio. Fu addirittura il vicepremier Luigi Di Maio, in una diretta Facebook, dello scorso febbraio, a mostrare la lista di deputati e senatori che avevano mentito sui rimborsi. Era un modo per far partire la caccia social ai reietti. Implacabile era stato il giudizio di Di Maio: «Queste persone, per noi, si autoescludono dal movimento». Specializzati nella costruzione di piattaforme informatiche, i responsabili del M5s avevano anche annunciato la nascita di un nuovo sito che avrebbe dovuto rendere più agevole la verifica e lo stato dei rimborsi. È quanto ha fatto il tesoriere Sergio Battelli spesso interrogato dai cronisti proprio sui ritardi e sulla mancata esibizione dei bonifici bancari. Il 31 ottobre, sul suo profilo Facebook, Battelli aveva comunicato ai militanti che era prossimo l'arrivo della nuova piattaforma «Ti rendi conto». Battelli si era perfino spinto a indicare una data, «il prossimo lunedì». Il portale è rimasto fermo. Intervistato pochi giorni fa da RepubblicaTv, ancora Battelli, ha parlato di «un leggero ritardo», causa appunto di una «piattaforma nuovissima». E intanto slitta l'annuncio di quella che da sempre è una manifestazione bandiera del M5s: il «restitution day» si farà, forse, a gennaio.
È stata una senatrice del M5s a legittimare il dubbio in un post su Facebook del 30 ottobre. È Elena Fattori che spesso ha dato prova di libero giudizio e che ha dichiarato: «In realtà nessuno di questa legislatura sta restituendo lo stipendio come abbiamo invece fatto tutti noi in quella precedente».
La senatrice, accusata di denunciare per provare a non restituire, ha anche precisato: «A parte una restituzione forfettaria per i primi mesi di legislatura, e a parte i 300 euro al mese a Rousseau, non stanno più restituendo né rendicontando. Perciò è un po' ridicolo accusarmi di non voler restituire». Di trasparente c'è ormai solamente l'opacità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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