Un finanziamento mascherato alla recente Festa nazionale dell'Unità , probabilmente al fine di «ingraziarsi» il Pd in vista di una nomina. Questa la scandalosa regalia scovata dal Giornale e fatta propria dalla portavoce di Forza Italia, Elisabetta Gardini, in un'interrogazione prioritaria all'Europarlamento la settimana scorsa.
Ora il segretariato generale della Commissione europea vuol vederci chiaro e ha deciso di aprire una procedura d'indagine interna: sia al fine di chiarire la veridicità dei fatti, sia le motivazioni addotte dalla rappresentanza italiana della Commissione Ue, presente ai Giardini Montanelli di Milano con un po' di personale e uno stand dedicato in gran parte alla promozione di una manifestazione itinerante, « European Space Expo », dedicata ai progetti spaziali europei. Una bella attività informativa, purtroppo però inopinatamente inserita nella festa di un soggetto privato e assai di parte, come un partito politico (casualmente di maggioranza relativa e al governo). La discutibile decisione sarebbe stata presa da Emilio Dalmonte, direttore facente funzioni della rappresentanza della Commissione Ue a Roma: un funzionario che ad interim sta occupando il posto lasciato vacante dal predecessore Lorenzo Battistotti. E sarebbe proprio stato questo, secondo le fonti riservate del Giornale , uno dei motivi dirimenti per la scelta della Festa dell'Unità . La nomina viene difatti effettuata dalla Commissione, ma con il parere senz'altro influente del rappresentante italiano in seno al consesso, ovvero la responsabile della politica estera europea Federica Mogherini. Guarda caso non solo del Pd, ma spedita al ruolo di Lady Pesc con gran dispendio di diplomazia da Matteo Renzi in persona. È plausibile che Dalmonte, con il beau geste della regalia alla festa dell'Unità , si sia guadagnato ulteriori benemerenze (essendo già un habitué , va detto, degli eventi del Pd nonché componente del comitato scientifico della Fondazione Renzo Imbeni, celebre sindaco comunista di Bologna).
Chiare dunque le simpatie politiche del «reggente», che forse intendeva testimoniare, con un'attenzione in più, l'adesione al nuovo corso renziano. Non sia mai che fosse preso per un vecchio arnese della sinistra dem, da rottamare.
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