Costante e marcata la crescita del centro-destra. Lo rivela l'ultimo sondaggio di Tecnè. Su un campione nazionale di duemila persone, la società demografica ha messo a confronto i dati raccolti oggi con quelli dello scorso 5 ottobre e il tema dominante è una crescente sfiducia nei confronti dell'esecutivo, mentre prosegue l'irrobustimento del consenso nei confronti dei partiti di ispirazione conservatrice. Forza Italia sta vivendo una nuova primavera e vede crescere il consenso sul ritorno alla politica attiva del suo leader. Il partito di Berlusconi passa, infatti, dal 10,8% di ottobre al 12,5% registrato adesso. Un aumento pari all'1,7% (corrisponderebbe a poco più di mezzo milioni di voti) che risalta ancor di più se paragonato agli altri partiti della «coalizione». La Lega salviniana resta decisamente forte. Ma non sposta di nemmeno un decimale le intenzioni di voto raccolte a ottobre fermandosi, proprio come allora, al 31,2%. In crescita anche il terzo componente della coalizione. Fratelli d'Italia, infatti, conquista il 4,2% dei consensi con un aumento dello 0,7% (che corrisponde più o meno a 220mila potenziali voti).
Ben altra storia i sondaggi raccontano sulla salute del Movimento 5 Stelle. I consensi nei confronti della formazione guidata da Luigi Di Maio continuano a diminuire. E il crollo in questo caso è alquanto vistoso. Rispetto a ottobre scorso il Movimento perderebbe oltre un milione e mezzo di voti, passando dal 28,7 al 22,2% (anche se va sottolineato che a livello nazionale il richiamo dei grillini funziona ancora rispetto ai risultati ottenuti nelle ultime tornate elettorali in Abruzzo e Sardegna).
Altra differenza marcata rispetto a ottobre scorso è quella che si registra nel consenso ritrovato del Partito democratico. La scelta di puntare su Nicola Zingaretti sembra vincente. Il partito torna sopra il 20 per cento, con un margine di crescita rispetto a ottobre scorso del 3,6%. Il rovescio della medaglia, però, è che il Pd non trova intorno a sé altri soggetti che possano rendere forte il centro-sinistra. Stando ai dati raccolti da Tecnè, una coalizione di centro-sinistra raccoglierebbe solo la metà dei «voti» del centro-destra (24% contro il 48,3%). Se si votasse oggi, quindi, un elettore su due sceglierebbe il centro-destra. E questo dato viene poi rafforzato dal giudizio non proprio positivo degli intervistati sul governo giallo-verde. Solo il 4,2% ritiene molto positivo il lavoro fin qui svolto da Palazzo Chigi. Mentre il 32,3% si limita a giudicarlo «abbastanza positivo». Aggregando i dati che si riferiscono a coloro che giudicano il lavoro dell'esecutivo «poco positivo» (26,2%) e «per nulla positivo» 32,9%) si supera il 58% dei voti. Da notare che rispetto a ottobre il gruppo dei più critici nei confronti dell'esecutivo a Lega-M5S è aumentato del 12,1% (che corrisponderebbe a 5,6 milioni di potenziali voti). Gli analisti hanno poi chiesto giudizi sui singoli temi dell'azione di governo. E, aggregando le categorie «poco positivo» e «per nulla positivo» si scopre che non c'è settore che si salvi. La riforma delle pensioni, per esempio, non piace al 53,1%, mentre ancor più negativo è il giudizio sul reddito di cittadinanza.
Sommando infatti il 30,7 di coloro che reputano «poco positiva» l'azione di governo con coloro che la bocciano in toto (28,8) si supera il 60%. Ovviamente il record negativo spetta al tema del giorno. Sulle infrastrutture la bocciatura supera il 68% degli intervistati.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.