La manifestazione di piazza San Giovanni secondo quanto affermato dalle sardine "è stato un successo". Le cose però sono andate in realtà in modo assai diverso. Partiamo dai numeri della piazza: Mattia Santori (leader "sardino") aveva chiesto la presenza di almeno 100mila persone. Ma dati alla mano, dati ufficiali della Questura di Roma, parlano di una piazza con 35mila persone, ben sotto la soglia fissata dai "pescetti". E dopo il raduno di Roma le sardine si sono incontrate in un centro sociale occupato per definire le linee programmatiche del 2020. Risultato? "Torneremo in piazza". E così la manifestazione di Roma lascia spazio ad una analisi che i sondaggisti stanno portando avanti in queste ore. Per Noto sondaggi il movimento di Santori sarebbe al 12 per cento, mentre secondo un sondaggio di Repubblica il 27 per cento degli intervistati sarebbe pronto a votare per le sardine. Ma di fatto un'analisi più approfondita di questo fenomeno la fornisce Alessandra Ghisleri di Euromedia Research che di fatto stima al 4 per cento circa il potenziale elettorale delle sardine. E a la Verità spiega: "È un fenomeno in evoluzione e comunque i dati sui potenziali elettori sono soltanto una esercitazione numerica. Le sardine finora sono un fenomeno di piazza, non sono un partito, non hanno un leader e tantomeno un programma. Come si fa a dire che avrebbero questa o quella percentuale di voti? In base alle nostre rilevazioni possiamo dire che chi li voterebbe, così, a scatola chiusa, senza quelle condizioni che ho detto prima, sarebbe oggi il 4,4%".
Di fatto dietro queste cifre c'è una considerazione non secondaria: le sardine in questo momento non sono un partito e non hanno un programma. Dunque è difficile trasformare la piazza in un flusso di voti. Il fenomeno dunque non ha ancora dei contorni ben definiti e dunque anche sotto il profilo delle rilevazioni nei sondaggi i dati restano prudenti. Non è certo la prima volta che in Italia movimenti nati in piazza non danno poi seguito ad un consenso elettorale (vedi il caso dei girotondi di qualche anno fa). Poi la Ghisleri parla anche delle conseguenze del fenomeno sardine sulla Lega: "Se per il 13,8% potrebbero rafforzare il partito di Salvini, il 13,1% ritiene che possano portare consensi alla sinistra, mentre per il 18,6% indebolirebbero Salvini e la sua immagine". Infine bisogna sottolineare un altro fattore: ciò che lega le sardine è l'odio contro Salvini e non una lista di punti programmatici. Quelli elencati da Santori sono più bandiere di propaganda o comunque richieste che vanno a mettere nel mirino sempre il leader della Lega con la richiesta di abolire i dl Sicurezza.
E il rapporto col Pd? Anche su questo la Ghisleri ha le idee chiare: "Il Pd deve riflettere bene su questo movimento. È il sintomo che il suo elettorato è disorientato ed è a disagio rispetto alle scelte finora fatte dal partito".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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