"È demoralizzante vedere che quando fanno i vertici che contano non ci invitano più". Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi non usa mezzi termini per asfaltare Matteo Renzi e il suo entourage governativo. L'ultimo vertice tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande sui destini della Grecia è solo l'ultimo, in ordine temporale, a cui il premier italiano non è stato chiamato a partecipare. Un'assenza che, come ha spiegato Squinzi a margine della visita del presidente del Senato Pietro Grasso alla mostra di Confindustria in Expo, è dettata dall'inconsistenza del nostro governo e alla marginalità in cui si è infilato il nostro Paese. "Personalmente - spiega Squinzi - non trovo giusta questa diarchia Merkel-Hollande e mi auguro che alla fine si ritorni nella giusta considerazione verso il nostro Paese".
Le parole di Squinzi tratteggiano molto bene il dolore di un Paese che, da Monti in poi, è finito nel cono d'ombra di un'Unione europea sempre più a trazione tedesca, anche grazie alla diarchia con Parigi. L'instabilità degli ultimi governi e l'incapacità di presidenti del Consiglio, come Letta e Renzi, di imporsi sui tavoli che contano hanno portato Bruxelles a marginalizzare sempre di più Roma.
"È inspiegabile che Hollande abbia più voce in capitolo di noi", sostiene il leader degli industriali ammettendo di aver "difficoltà a capirlo soprattutto conoscendo l’andamento e i numeri della Francia". Secondo Squinzi, invece, è "innegabile" che la Merkel possa parlare "da una posizione più forte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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