Stadio, ok con il trucco: diventa edilizia di pregio

Intesa tra giunta e costruttori per placare la base M5s

Stadio, ok con il trucco: diventa edilizia di pregio

Roma - Sembra un teatro dell'assurdo. Invece è solo il copione di un affare scontato, di un nuovo stadio per il calcio e per la Roma, nella città amministrata da chi non ha voluto le Olimpiadi. L'ultima battuta la legge Paolo Berdini, ex assessore all'Urbanistica della giunta Raggi: «Ora la mia scelta è irrevocabile, mentre le periferie sprofondano in un degrado, l'unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma». Grande recitazione, così tutti hanno finalmente scelto. Manca solo il nome di chi lo sostituirà l'urbanistica anarchico? Casting in corso, ma bisogna rispondere nel modo giusto: «Certo che lo stadio si farà». Berdini non voleva adeguarsi, poi dal teatro di Ionesco ha deciso di scivolare su «Giovannona coscia lunga».

Ieri poi, per salvare le apparenze, sono stati sistemati gli ultimi dettagli dell'intesa tra la giunta Raggi, il costruttore Luca Parnasi e la società giallorossa. Nessuna novità sostanziale: tutto verrà costruito e anche sulle «nuove» condizioni era già stato trovato un accordo. Intorno allo stadio non sorgeranno più le tre contestate torri. Meglio, scenderanno di qualche piano e si potranno non chiamarle più torri, così l'intera cubatura del nuovo quartiere di Tor di Valle scenderà di circa il 23%. C'è pure la chicca, quella che potrebbe permettere al gruppo dirigente del MoVimento di placare la base grillina, sempre più critica nei confronti del progetto stadio. Il trucco è quello di presentare le colate di cemento come edilizia di pregio, sottolineando in particolare che le opere verranno realizzate utilizzando le più avanzate tecnologie nel campo del risparmio energetico e quindi del rispetto ambientale. Adesso basterà far digerire il piano a quelli che non volevano altro cemento nelle periferie della Capitale, far capire alla frangia ambientalista dei grillini che quell'idea di ridurre la cubatura del 40% non era percorribile e infatti due settimane fa l'ex vicesindaco Daniele Frongia si era scaraventato sul primo social network trovato nei paraggi per dire che quel «40 per cento» era una bufala. Rassicurando in tempo reale i costruttori, la Roma e le banche che stanno alle spalle della società giallorossa, l'affare poteva dirsi finalmente chiuso. Ieri l'incontro per far credere che ci fosse ancora qualcosa da decidere.

Non era presente la sindaca Virginia Raggi e neppure James Pallotta. Perché scomodarli per una formalità? Alla fine il nuovo vicesindaco, Paolo Bergamo, ha detto la sua: «Rispetteremo la scadenza del 3 marzo? Ovvio». Che noia questa recita. Sipario.

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