Il Califfato non solo massacra e taglia le teste, ma usa pure i gas impunemente. L'intelligence russa aveva già denunciato l'impiego di armi chimiche in Iraq da parte dei tagliagole dello Stato islamico. Nessuno sembra aver preso sul serio l'allarme. Ieri il quotidiano americano Washington Post ha confermato un attacco con il cloro contro le truppe irachene. La stessa rudimentale arma di distruzione di massa fu impiegata durante la prima guerra mondiale. La strage più famosa è quella di Ypres, in Belgio, quando i tedeschi gasarono migliaia di soldati alleati disperdendo 160 tonnellate di cloro nel vento.
Lo Stato islamico sembra quasi che stia testando l'arma chimica per capire se funziona e quale sia il suo potere distruttivo. Alle 16.20 del 15 settembre undici agenti di polizia sono stati ricoverati d'urgenza nell'ospedale di Balad. Vomitavano e avevano difficoltà a respirare. «Sul primo momento pensavamo che si trattasse di un agente nervino» raccontano i medici che li hanno curati all'inviato del Washington Post . I poveretti arrivavano dalla prima linea della città di Duluiya sottoposta a pesanti attacchi del Califfato e praticamente assediata, a parte una via di fuga in barca lungo il fiume Tigri. I poliziotti, tutti sunniti della tribù Jabbour che non ne vuole sapere del Califfato, difendevano il fronte nord del centro abitato.
Il tenente Khairalla al-Jabbouri, 31 anni, uno dei sopravvissuti, ricorda che i combattimenti erano furiosi, ma con armi convenzionali. «Ad un certo punto gli assalitori si sono ritirati stranamente di qualche centinaio di metri - racconta l'ufficiale -. Poi abbiamo sentito una strana esplosione e visto una nuvola gialla in cielo». Gli uomini del caposaldo si sono buttati a terra cercando riparo, come se fosse un attacco di artiglieria, ma ai primi sintomi si è scatenato il panico. «Mi sentivo soffocare - spiega il tenente superstite -. Vomitavo e non riuscivo a respirare». Uno degli ufficiali, con problemi d'asma, è morto subito. Gli altri sono stati evacuati a Balad, dove li hanno salvati con ossigeno e cortisone. L'uso del cloro è stato confermato da quattro medici e dal ministero della Difesa iracheno. Questo tipo di arma chimica rudimentale è difficile da concentrare sul campo di battaglia e bastano delle maschere antigas per salvarsi. L'obiettivo dello Stato islamico è seminare il terrore fra le truppe irachene impreparate ad affrontare la minaccia.
Ci sarebbero stati altri quattro attacchi con i gas nelle battaglie delle ultime settimane e tutti si chiedono dove e come i reparti jihadisti sono riusciti a trovare proiettili di mortaio o artiglieria con il cloro. In Iraq il Califfato ha conquistato un'area dove si trovava un vecchio impianto di produzione di armi chimiche. Secondo gli esperti c'erano anche 2500 razzi caricati con gas nervini, ben più pericolosi, ma che sarebbero inutilizzabili. Il temibile arsenale era stato messo fuori uso ed interrato in un bunker 20 anni fa.
Il cloro è stato utilizzato varie volte nel nord della Siria, ma gli americani avevano sempre incolpato i governativi. In realtà è stato provato che pure i ribelli hanno usato i gas. Lo spettro delle armi chimiche, che aleggia nella regione fin dai tempi di Saddam, sta riapparendo.
Un anno fa gli Usa stavano per bombardare Damasco e il regime di Assad ha evitato il peggio consegnando il suo arsenale, poi distrutto in mezzo al mare. Adesso i nuovi dottor Stranamore sono i seguaci della bandiera nera, che non avrebbero remore a rinverdire le stragi con i gas della prima guerra mondiale.www.gliocchidellaguerra.it
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