Stefano Pavesi ce l'ha fatta. E ora gongola.
Il giovane candidato di Lealtà e Azione che correva per la Lega Nord come consigliere di zona al Municipio 8 di Milano ha ottenuto ben quattrocentocinquanta preferenze, classificandosi come il più votato della propria lista.
Si tratta di un'affermazione che con ogni probabilità è stata in gran parte condizionata dall'ondata di pubblicità che ha travolto Pavesi nelle scorse settimane, quando il centrosinistra milanese era insorto a ranghi serrati contro l'inserimento di un "neofascista" fra le liste del moderato Parisi.
In un'intervista al Corriere della Sera, lui si era definito un "patriota", ma aveva anche messo in chiaro: "Io amo la terra dei padri, voglio difendere i miei fratelli aiutando i più poveri e bisognosi fra i miei compatrioti: famiglie, pensionati, cristiani. Se questo è essere fascista, lo sono."
Così come del resto aveva rivendicato con orgoglio la partecipazione alle commemorazioni in onore dei morti della Repubblica Sociale Italiana, definiti "soldati dimenticati da una Patria per cui hanno combattuto".
Parisi si era dissociato da Pavesi
Dichiarazioni molto forti, quelle di Pavesi. Tanto da spingere il candidato sindaco del centrodestra, Stefano Parisi, a una presa di posizione nettissima: lo sfidante di Beppe Sala ai ballottaggi si era augurato che Pavesi non venisse eletto.
Resta ora da vedere come si comporterà il giovane esponente di Lealtà e Azione. Ma dopo il risultato nelle urne è difficile immaginare un passo indietro spontaneo.
Per il momento Parisi, concentrato sui ballottaggi, dovrà ingoiare il rospo e fare buon viso a cattivo gioco.Per le discussioni interne alla maggioranza ci sarà tempo dopo il 19 giugno. Prima occorre scoprire di che colore sarà il sindaco successore di Giuliano Pisapia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.