Malgrado le grane che si deve sciroppare all'interno del movimento, pare che Roberto Fico trovi pure il tempo per «lavorare». Il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, in quota M5s, ha aperto un fascicolo tanto caro ai grillini denominato Porta a Porta. Considerato il ruolo privilegiato che ricopre, l'occasione è ghiotta per non provare a ostacolare il vecchio leone Bruno Vespa. E sia in Rai che fuori sono in tanti a voler prepensionare «il direttore». Fico lo fa aggrappandosi a un cavillo. «In Rai ci sono tanti giornalisti che non hanno il contratto da giornalista. Bruno Vespa ha aggirato il tetto dello stipendio firmando un contratto da artista, pur essendo un giornalista. Questo paradosso va denunciato - dice Fico durante l'audizione del direttore del Tg1 Andrea Montanari - Chi ha il contratto di artista non può, sotto par condicio, fare il giornalista. Altrimenti prendiamo in giro le persone. Non si può fare i giornalisti essendo inquadrati come artisti solo per prendere più soldi». Tecnicamente il ragionamento di Fico non farebbe una piega.
Lo stipendio di Vespa è di 1,3 milioni di euro, dal 2001, come dice lui. Il tetto Rai fissato identico per tutti i dirigenti è della «miseria» di 240mila euro, «solo» 20mila euro al mese. Ma Vespa ha ottenuto una deroga grazie al contratto da «artista», offrendo pure la riduzione del suo cachet del 30%. «Quando faremo la delibera sulla par condicio proporrò che chi ha avuto la deroga al tetto sugli stipendi per contratto artistico non possa essere ricondotto sotto la testata». La solita legge ad Vespam.
Duro Vespa: «Visto che ho lo stesso contratto dal 2001,
temo che debbano essere annullate le elezioni degli ultimi 16 anni perché inquinate dalla presenza artistica di Porta a Porta in tutte le campagne elettorali». Duello inutile: Vespa è un vero «artista». Dell'informazione.
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