Il centrodestra non presterà il fianco alle istanze ideologiche che il cosiddetto campo largo vorrebbe far passare in Parlamento: è scattato il piano per affossare tanto la riforma della cittadinanza - quella con cui verrebbe introdotto lo ius scholae - quanto il provvedimento che riguarda la cannabis. La prima mossa è riuscita: la discussione è stata rimandata. La Camera dei deputati, considerando anche la tensione venutasi a creare in seno alla maggioranza di governo a causa delle velleità del centrosinistra, ha spostato l'esame alla settimana prossima. Poi gli emendamenti: soltanto quelli che dovranno essere discussi in relazione alla riforma della cittadinanza sono circa 1500. Molti di questi - tra cui quelli che possono servire per ostruzionismo parlamentare - sono opera della Lega e di Fratelli d'Italia. Chiamarlo fuoco di sbarramento sarebbe riduttivo. Forza Italia ha lavorato, seguendo le considerazioni che erano già state avanzate dagli azzurri in commissione, su emendamenti di merito.
Matteo Salvini è stato chiaro: «Le minacce di Letta - hanno lasciato trapelare fonti della Lega - Non spaventano nessuno. Enrico stia sereno». La Meloni ha colto l'occasione per lanciare la sfida: «Se davvero pensate che le priorità dell'Italia siano la legalizzazione degli stupefacenti e la cittadinanza facile per immigrati, abbiate il coraggio di presentarvi subito alle elezioni». Il Pd ha l'atteggiamento che Letta ed i suoi hanno già avuto durante la battaglia per l'approvazione del Ddl Zan: le possibilità di riuscita in Aula sono quasi nulle ma, poiché la campagna elettorale si avvicina, si mediaticizza la contesa. Il segretario del Pd procede secondo copione: «Rimango senza parole se si pensa di fare cadere un governo se non si vogliono dare diritti. Sullo ius scholae non arretriamo di un millimetro», ha specificato durante la direzione nazionale dei dem.
Ma la tenuta del governo non sarà minata. Per il centrodestra, è proprio il Pd, con questioni che interessano soprattutto ad una sola parte, a rischiare di destabilizzare l'esecutivo, peraltro in una fase storica complessa con altre priorità. La vicepresidente di Forza Italia al Senato Licia Ronzulli ne ha parlato ieri, senza usare giri di parole, a Rai News 24: «Le battaglie ideologiche, come la legalizzazione della cannabis o lo ius scholae - ha fatto presente -, non dovrebbero trovare spazio in questo momento in cui c'è un governo di emergenza nazionale chiamato a fare le riforme necessarie a ottenere i fondi del Pnrr e a gestire le tragiche conseguenze della guerra in Ucraina». Per un altro esponente del partito guidato da Silvio Berlusconi, ossia per il senatore Enrico Aimi, il Pd sta avendo, con questo genere di iniziative, una «postura politica pericolosa per la stabilità del governo», così come ha osservato al Giornale. «È surreale - ci ha fatto presente Andrea Crippa, vicesegretario del Carroccio - che con tutti i problemi che stanno attanagliando aziende e famiglie, Pd e 5Stelle portino in Aula materie divisive, impossibili da condividere con la Lega ed estranee alla missione di governo esclusivamente per creare tensioni all'interno della maggioranza». E ancora: «Da Pd e M5s - ha annotato il leghista - ci aspettiamo un rapido cambio di marcia e non azioni volte a mettere in crisi la maggioranza».
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