La distanza tra Rignano sull'Arno e Panama City è di 8.269 chilometri. Eppure spulciando le visure delle tante società che Tiziano Renzi, padre del premier e il suo amico e compagno in affari Luigi Dagostino hanno aperto e chiuso negli anni, sembra a un tiro di schioppo. Il nome di quest'ultimo, imprenditore di Barletta col pallino dei soldi, lambisce lo scandalo Panama Papers. Come abbiamo scritto ieri Giovanni Donzelli, coordinatore dell'esecutivo nazionale e capogruppo in Regione Toscana di Fratelli d'Italia, ha scoperto anomali passaggi di denaro provenienti dai paradisi fiscali Cipro e Panama e finiti nei conti di tre società legate a Tiziano Renzi e soci.
Tra le società c'è la Party Srl l'unica nella quale il padre del presidente del Consiglio appare nero su bianco. All'atto costitutivo l'8 ottobre 2014 intervengono davanti al notaio di Reggello, Rita Abbate, Tiziano Renzi, a cui va il 40%, e la Nikila Invest Srl amministrata dalla moglie di Dagostino, Ilaria Niccolai, a cui va il 60%. Amministratore unico della Party la mamma del premier, Laura Bovoli. La società si occupa, tra le altre cose, dell'acquisto e gestione di immobili, della costruzione, acquisto e gestione di alberghi e residence, dell'ideazione, organizzazione, realizzazione, produzione, distribuzione, importazione ed esportazione di prodotti di comunicazione, pubblicità, promozione e marketing. Nemmeno un mese dopo, il 5 novembre, già la prima cessione di quote da parte di Nikila (20%) alla Creazioni Focardi Srl di Iacopo Focardi, pellettiere di Figline Valdarno con la fissa per gli outlet. Dagostino, che costruisce outlet in tutta Italia (portandosi dietro Renzi padre come consulente) e al quale vengono attribuiti strane cessioni di quote e trasferimenti di capitali a Panama, in tutti questi affari c'è ma non si vede. Un vero stacanovista, a giudicare dalla mole di società presenti sulla sua visura camerale: dieci le cariche attuali in altrettante società, 26 le cariche recesse e venti le imprese nelle quali era presente. Dagostino è il rappresentante di buona parte delle società estere e off-shore che tra il 2010 e il 2015 comprano terreni o controllano le quote delle immobiliari coinvolte negli affari dei mall del lusso. Il suo nome (o quello delle sue società) compare praticamente in tutte le operazioni che riguardano babbo e mamma Renzi e che ora si spostano in Puglia, a Fasano. Tiziano Renzi non è da meno: dieci le società nelle quali è presente dal 1997 al 2016. Ma nella posizione patrimoniale presentata alla presidenza del Consiglio dei ministri si dichiara agente di commercio con un reddito da 51.901 euro in tre anni (17mila all'anno).
Quindici mesi dopo la sua costituzione, la Party Srl si scioglie: davanti al notaio si ritrovano Tiziano Renzi, Luigi Dagostino (che nel frattempo è diventato amministratore della Nikila), Iacopo Focardi e Laura Bovoli. Liquidatore sempre il Dagostino. Che strani rigiri.
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