Gli stranieri sbarcano in Italia con il permesso già pronto

Nell'agrigentino 5 tunisini, appena arrivati, avevano i documenti perfettamente falsificati. E non sono i soli

Gli stranieri sbarcano in Italia con il permesso già pronto

Di sbarchi ne abbiamo registrati di tutti i tipi. Quelli di massa, con «accompagnamento» da parte delle autorità e servizio di accoglienza ai nuovi ospiti, quelli cosiddetti «fantasma», arrivati nel massimo riserbo. Nel tentativo di bypassare i controlli, un gruppo di immigrati è arrivato persino in aereo. E ora non potevano mancare gli sbarchi con permesso di soggiorno incorporato e già pronto per l'uso. Documento falso ovviamente, ma esibito ai carabinieri come passe-partout.

È accaduto qualche giorno fa a Siculiana, nell'Agrigentino. Una pattuglia di carabinieri ha fermato cinque immigrati appena sbarcati, i vestiti ancora bagnati provavano evidentemente il loro approdo. Ma al primo controllo di identificazione da parte dei militari dell'Arma uno di loro, tunisino, non ci ha pensato due volte a mostrare un permesso di soggiorno. Il documento era apparentemente valido, ma l'evidente difficoltà dello straniero nel parlare la lingua italiana, oltre ai vestiti umidi, ha insospettito i carabinieri che lo hanno condotto al reparto operativo del Comando provinciale di Agrigento per effettuare ulteriori accertamenti. Ed ecco saltare fuori la vera identità del tunisino che non coincide affatto con quella del permesso di soggiorno esibito. Il 25enne, di cui sono state rese note solo le iniziali B.A., è stato arrestato per possesso di documenti falsificati e condannato a un anno di reclusione. Il documento è stato sequestrato, ora si dovrà cercare di capirne la provenienza.

«É sempre stato così dice un appartenente alle forze dell'ordine che opera a stretto contatto con gli immigrati -. Già gli albanesi negli anni Novanta arrivavano con documenti falsi e ora il business è tunisino. Nel suk ci sono artigiani della scrittura, che realizzano documenti falsi curati nei minimi dettagli». I permessi di soggiorno sono probabilmente venduti nel pacchetto «viaggio», qualcuno certamente se lo procurerà per conto proprio, ma il business della falsificazione dei documenti, come dimostra questo caso, potrebbe interessare anche l'Italia. Basti pensare allo strano furto di mille carte d'identità avvenuto nelle scorse settimane al Comune di Trapani.

L'interrogativo resta sempre lo stesso: chi arriva nel nostro Paese? É evidente che sui barconi carichi di stranieri o, ancor più, attraverso gli sbarchi fantasma, possano arrivare anche jihadisti, malintenzionati e avanzi di galera. Ma dirlo non si può. per il buonismo nazionale sarebbe poco cordiale e molto razzista. In fondo ce lo hanno detto «soltanto» autorevoli fonti internazionali, che hanno suggerito all'Italia di stare in guardia. In fondo c è «solo» stata un'inchiesta, la «Scorpion fish», del Nucleo di polizia tributaria di Palermo con la collaborazione della Compagnia della Guardia di finanza di Marsala, che ha monitorato sbarchi fantasma effettuati su gommoni veloci d'altura condotti da esperti scafisti per gente facoltosa. Fuggiaschi si. Non dalla guerra però, come attesta l'intercettazione di un uomo che teme di essere arrestato dalla polizia tunisina o di venire respinto in Italia per terrorismo. C è poi la lista Interpol di 50 nomi di tunisini sospetti jihadisti, riportata dal Guardian.

Un elenco ben dettagliato, in cui figurano quattro soggetti già noti ai servizi di sicurezza europea. E uno di questi potrebbe avere passato la frontiera italo-francese per raggiungere il sud della Francia. Ma forse per il governo è poco per concentrare le forze sul controllo del mare.

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