La strategia di auto-invasione

Siamo di fronte a una strategia di auto-invasione di clandestini per ripopolare l'Europa, che non solo non è un bene per gli europei, ma non è neppure un bene per i Paesi del Terzo Mondo

La strategia di auto-invasione

C'è da scommettere che molti di noi non saranno affatto sorpresi se prossimamente un giudice indipendente dovesse condannare rappresentanti della grande finanza speculativa globalizzata, delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea, del Governo italiano, delle Chiese cristiane, della criminalità organizzata, di cooperative, di associazioni di volontariato, e in contumacia i rappresentanti di Stati musulmani, scafisti e terroristi islamici, per aver finanziato e promosso l'esodo epocale di milioni di africani, mediorientali e asiatici che si riversano in Europa, denunciando che non è mai stato un fenomeno spontaneo come reazione naturale alle guerre e alla povertà, bensì una criminale strategia di sfruttamento demografico del Terzo Mondo per colmare il crollo della natalità dell'Europa.

Periodicamente abbiamo delle conferme. È del 4 dicembre la rivelazione secondo cui 15 navi appartenenti alle Ong (Organizzazioni non governative) Moas, Jugend Rettet, Stichting Bootvluchting, Medici Senza Frontiere, Save the Children, Proactiva Open Arms, Sea-Watch.org, Sea-Eye e Life Boat, hanno introdotto in Italia 39mila clandestini in due mesi. Emerge che gli scafisti si mettono d'accordo con la guardia costiera italiana, prima ancora di salpare dalla costa libica, per concordare il punto dove avverrà il trasbordo dei clandestini dai gommoni alle navi. Il 4 novembre l'agenzia di stampa Ansa ha informato che il ministro per l'Informazione del Gambia, Sheriff Bojang, ha annunciato che il suo Paese non riconoscerà più l'autorità della Corte Penale Internazionale per «il mancato perseguimento con l'accusa di genocidio dei dirigenti dei Paesi europei che hanno fallito nella protezione dei tantissimi giovani migranti africani morti nelle loro acque e sulle loro spiagge».

Già l'11 giugno 2014 in una «Lettera Pastorale» i vescovi cattolici dell'Eritrea avevano denunciato l'Europa per lo sfruttamento demografico dei giovani eritrei: «Ad abbandonare la nostra terra non sono solo le risorse naturali, ma anche le ricchezze umane. (...) Migliaia di giovani istruiti, o con elevate potenzialità intellettuali, ci lasciano in quella che si può realmente definire «una fuga dei cervelli». (...) Ci terrorizza la prospettiva di un drastico spopolamento del territorio. (...) Bisogna correre ai ripari con coraggio e creatività per trattenere chi non è partito e per richiamare chi è partito».

Siamo di fronte a una strategia di auto-invasione di clandestini per ripopolare l'Europa, che non solo non è un bene per gli europei che sono destinati a estinguersi condannando a morte la nostra civiltà laica e liberale dalle radici cristiane, ma non è neppure un bene per i Paesi del Terzo Mondo che si ritrovano spogliati della loro risorsa umana migliore. Si tratta del più efferato crimine epocale perpetrato da pochi a danno dell'insieme dell'umanità.

magdicristianoallam.it

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