La Trimurti al potere. Per mesi abbiamo temuto di restare senza presidente del consiglio e ora ce ne ritroviamo tre: l'incaricato Giuseppe Conte, il pentastellato Luigi Di Maio e il leghista Matteo Salvini. E visto che la Trimurti simbolizza una divinità dai tre aspetti nella quale Brahma è il creatore e Vishnu è il conservatore, sembra proprio che Salvini si autocandidi per il terzo aspetto, Shiva il distruttore. Anche ieri si è difeso da questa accusa ribadendo di non voler «distruggere l'Italia». Esaltato dai sondaggi che danno la Lega in costante crescita, Salvini, tra un incontro e un vertice, lancia un comizio in stile Beatles dai tetti di Roma su Facebook per difendere la sua squadra di governo e attaccare il presidente della Repubblica. «Avrei preferito un governo di centrodestra, ma Mattarella non ce l'ha permesso», dice Salvini anche per evitare l'accusa di distruttore pure del centrodestra, assicurando che non è «un traditore» come sostengono Matteo Renzi, che lo paragona ad Angelino Alfano, e poi pure Giorgia Meloni. Anche se Fi e Fdi andranno all'opposizione, Salvini si dice convinto del fatto che «quando vedranno che in Parlamento e in consiglio dei ministri avranno concretezza i loro propositi, la squadra marcerà compatta». Salvini definisce «utile» il breve incontro avuto ieri con Silvio Berlusconi. Un modo per tenere la porta aperta in caso di fallimento.
Ma il leader del Carroccio deve difendersi dall'accusa di fare pressione sul Quirinale. «Nessun diktat» per il Colle si schermisce, soltanto «suggerimenti». Poi passa ad elencare le priorità del governo. Ma il premier non era Conte? Certo, Salvini dice che i suoi sono soltanto «umili consigli» e che spetterà al professor Conte «l'onore e l'onere» di formare il governo. Intanto lui però detta l'agenda e sceglie il ministro dell'Economia. Prima attacca l'Europa che «minaccia, e ci dice dovreste fare una manovra da 10 miliardi di euro di tasse. Ma io farò l'esatto contrario». Poi spiega che soltanto un uomo ha l'autorevolezza e la credibilità per convincere l'Europa: Paolo Savona che Salvini vuole a tutti costi al timone dell'Economia. «Savona è il meglio, è l'uomo giusto per contrattare da pari a pari con Germania e Francia» dice Salvini. Il leader del Carroccio lo difende ricordando che Savona «ha già fatto il ministro dell'Industria, ha lavorato con Confindustria, con Bankitalia, con le imprese e con le banche». Requisiti che fino a ieri sia Lega sia Cinquestelle apprezzavano come un calcio nei denti e che ora invece diventano il motivo per cui Salvini apprezza Savona.
Poi passa ai temi fiscali e si compiace del fatto che «all'estero qualcuno dica che in Italia la flat tax può funzionare» in riferimento ad osservazioni fatte dal Wall street journal e da Bloomberg, spesso criticati dalla Lega, tranne evidentemente quando gli danno ragione.
Più coerenti con il suo «curriculum» le promesse che Salvini fa sui temi del contrasto all'immigrazione clandestina e della criminalità che gestirà come ministro dell'Interno: più espulsioni, niente sconti di pena per i delinquenti e «finalmente una normativa chiara sulla legittima difesa». Priorità per l'esecutivo giallo-verde accanto alla «lotta alla mafia».
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